La vita umana «non è un bene disponibile», ma «un prezioso scrigno da custodire e curare con ogni attenzione possibile», dal momento «del suo inizio fino al suo ultimo e naturale compimento». Anche se «non è facile». Nel giorno in cui si celebra la festa della Vergine di Lourdes, dedicata dalla Chiesa alla Giornata mondiale del malato, Benedetto XVI è tornato a ribadire quello che è il punto focale attorno al quale deve ruotare ogni riflessione sulla vita e sulla morte, sulla salute e sulla malattia, sulla sofferenza e sul dolore. Incontrando i fedeli raccolti nella basilica di San Pietro, al termine della Messa celebrata ieri pomeriggio dal cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute, in occasione della Giornata, papa Ratzinger ha sottolineato come «la vita è mistero che di per se stesso chiede responsabilità, amore, pazienza, carità, da parte di tutti e di ciascuno». E per questo, allora, «ancor più è necessario circondare di premure e rispetto chi è ammalato e sofferente. Questo non è sempre facile; sappiamo però dove poter attingere il coraggio e la pazienza per affrontare le vicissitudini dell’esistenza terrena, in particolare le malattie e ogni genere di sofferenza. Per noi cristiani è in Cristo che si trova la risposta all’enigma del dolore e della morte». Il Pontefice ha quindi richiamato il proprio Messaggio scritto per questa Giornata 2009, la diciassettesima dall’istituzione voluta da Giovanni Paolo II. Un testo con al centro i bambini: tra di loro, in primo luogo, quelli malati e sofferenti, colpiti da malattie invalidanti o vittime di mali tuttora incurabili, ma quell’«infanzia negata» fatta di bambini «feriti nel corpo e nell’anima a seguito di conflitti e guerre», delle piccole vittime dell’odio di adulti, dei « ragazzi di strada » , dei minori «profanati da gente abietta». Un piccolo mondo di sofferenza dal quale «si eleva una silenzioso grido di dolore che interpella la nostra coscienza di uomini e di credenti» «Davanti a situazioni così drammatiche – si legge nel Messaggio di Benedet- to XVI – la comunità cristiana avverte l’impellente dovere di intervenire, per il suo essere 'famiglia di Dio nel mondo', una famiglia in cui nessuno deve soffrire per mancanza del necessario». Certo, ha affermato nel discorso di ieri pomeriggio richiamando questi concetti, come rispondere agli interrogativi «frequenti e talora inquietanti» che la sofferenza dell’uomo, e in particolare dei più piccoli, suscitano? «In verità – ha detto – sul piano semplicemente umano non trovano adeguate risposte, poiché il dolore, la malattia e la morte restano, nel loro significato, insondabili per la nostra mente». Però «la Parola di Dio ci svela che anche questi mali sono misteriosamente ' abbracciati' dal disegno divino di salvezza; la fede ci aiuta a ritenere la vita umana bella e degna di essere vissuta in pienezza pur quando è fiaccata dal male. Ma il Signore non ci ha abbandonati a noi stessi; Lui è il medico per eccellenza dell’uomo e non cessa di chinarsi amorevolmente sull’umanità sofferente». La celebrazione in San Pietro era iniziata alle 14, con l’accoglienza dei malati e dei pellegrini curata dall’Opera romana pellegrinaggi e dai volontari dell’Unitalsi, l’associazione che accompagna i pellegrinaggi a Lourdes. Ad attendere i partecipanti c’erano, insieme al cardinale Lozano Barragán, l’assistente nazionale dell’Unitalsi monsignor Luigi Moretti e il vicario del Papa per la Città del Vaticano, cardinale Angelo Comastri, che alle 15.30 ha guidato la recita del rosario. Benedetto XVI s’è unito ai presenti alle 18, e ha chiuso la Giornata con la benedizione, in un basilica vaticana illuminata da migliaia di candele. Roma: fedeli ieri nella Basilica di San Pietro alla Messa per la Giornata mondiale del malato (foto Gennari) Roma: il saluto del Papa dopo la Messa presieduta dal cardinale Lozano Barragán (foto Gennari)