mercoledì 10 giugno 2015
"Laudato si', sulla cura della casa comune", è il titolo della seconda enciclica di papa Francesco. Sarà pubblicata il 18 giugno. Lo annuncia la sala stampa vaticana.
L'UDIENZA Curare i malati fa capire regno Dio - IL DISCORSO
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"Laudato si', sulla cura della casa comune", è il titolo della seconda enciclica di papa Francesco. Lo annuncia la sala stampa vaticana.L’enciclica sarà presentata giovedì 18 giugno, alle ore 11.00, nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano. Interverranno il Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Sua Eminenza il Metropolita di Pergamo John Zizioulas in rappresentanza del Patriarcato Ecumenico e della Chiesa Ortodossa, e il Professor John Schellnhuber, Fondatore e Direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research. Naturalmente resta il riserbo sul contenuto del testo. Diverse, autorevoli voci, tra le quali quelle dei cardinali Oscar Rodriguez Maradiaga e Peter Turkson (rispettivamente arcivescovo di Tegucigalpa e presidente del Pontificio Consiglio "Giustizia e Pace") hanno però sottolineato che l’Enciclica si muoverà su un piano etico e pastorale e che non bisogna dunque attendersi prese di posizione su questa o quella dottrina scientifica in materia ambientale. In alcuni ambienti statunitensi, infatti, sono stati mossi recentemente dei rilievi al testo, ancor prima di conoscerlo.Ben noto fin dall’inizio del Pontificato è invece il magistero di Papa Francesco in tema di salvaguardia del creato. Un magistero incentrato soprattutto su due concetti chiave. La necessità della custodia, da un lato, e la lotta alla cultura dello scarto dall’altro. In pratica di fronte all’evidenza che l’azione incessante dell’uomo – specie negli ultimi 150 anni – ha avuto un impatto fortissimo sulla natura e potrebbe avere conseguenze dagli esiti potenzialmente disastrosi, il Papa in questi due anni ha richiamato tutti alle proprie responsabilità.Francesco ha indicato all’uomo contemporaneo un comportamento da tenere e una condotta da evitare. Il primo è appunto l’atteggiamento del custode, di chi si prende cura, di chi non considera il creato e le creature come risorse da sfruttare in maniera intensiva e sciagurata, ma come un giardino da coltivare. La seconda è la tendenza di chi invece scarta tutto ciò che non gli serve.
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