giovedì 7 novembre 2024
L’Istituto Magnificatdi Gerusalemme ha 31 insegnanti e 220 studenti cristiani, ebrei e musulmani. Un’opera nata in seno alla Custodia dal sogno del frate minore Armando Pierucci. E che genera frutti
Fra Alberto Joan Pari con alcuni allievi dell’Istituto Magnificat

Fra Alberto Joan Pari con alcuni allievi dell’Istituto Magnificat - .

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«Signore fa’ di me uno strumento della tua pace». È il noto incipit della “Preghiera semplice” attribuita a san Francesco d’Assisi. E quale “strumento” migliore per costruire la pace dell’Istituto musicale “Magnificat” di Gerusalemme? «Per restare in tema possiamo dire che non è una “stonatura” questo accostamento perché la musica ha un suo linguaggio e una sua etica, i musicisti non dovrebbero avere bandiere e confini, questo è quello che cerchiamo di insegnare ai nostri allievi, nell’incontro tra culture, religioni e provenienze diverse che sono il volto del Magnificat». A parlare è fra Alberto Joan Pari, minore francescano e direttore da oltre otto anni di questa scuola di musica che vede insieme docenti e studenti delle tre grandi religioni monoteiste.

Tra meno di due mesi l’Istituto “Magnificat” avvierà i festeggiamenti per i suoi trent’anni di vita all’insegna dell’armonia e non solo musicale. La sua fondazione risale infatti al 1995. Un’opera profetica sognata da padre Armando Pierucci, un minore francescano oggi considerato tra i più grandi compositori viventi di musica sacra. Nato a Maiolati Spontini (Ancona) nel 1935, oggi risiede a Pesaro dove ha vissuto per quasi vent’anni fino al 1988. In quegli anni fu anche docente di organo al conservatorio Rossini, dove si specializzò in Direzione di coro e composizione organista.

«Fu il custode di Terra Santa dell’epoca a dirmi che avevano bisogno di un organista per la chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme», racconta padre Pierucci. Gli inizi non furono affatto semplici. «In sette anni non ero riuscito a persuadere neppure un ragazzo. Tutti dicevano che a Gerusalemme con la musica non si poteva vivere e così, appena li formavo, se ne andavano». Al colmo della disperazione fu sul punto di mollare. «Ma prima volli chiedere un segno al Signore e quindi mi recai in pellegrinaggio a piedi ad Ain Karem, alla chiesa della Visitazione, dove la madre di Gesù aveva proclamato il canto del Magnificat». Fu la svolta. Di lì a poco padre Armando riuscì a chiedere al Capitolo della Custodia di Terra Santa la creazione di una scuola di musica per dare continuità al suo lavoro. «Con mio grande stupore venne approvata all’unanimità – ricorda – e la chiamai Magnificat». Inizialmente la scuola era collocata nella vecchia macelleria risanata del convento. Poco alla volta si iscrissero ragazzi e ragazze cristiani, musulmani ed ebrei. I frati accettavano tutti e la scuola arrivò a contare circa duecento tra studenti e insegnanti. Quindi l’attuale Patriarca di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa, decise di sostenere l’istituto che nel frattempo stava ottenendo riconoscimenti in tutto il mondo. «Il cardinale ci conosce bene – dice fra Alberto –, sente spesso parlare di noi e ci incontra nei vari eventi dove è invitato e dove noi suoniamo, soprattutto nella Città Vecchia dove siamo come una piccola grande famiglia». Fondamentale fu poi la decisione del conservatorio “Pedrollo” di Vicenza che riconobbe il Magnificat come sua sede distaccata. In seguito il Ministero dell’Istruzione italiano consentì di rilasciare diplomi universitari validi in tutta Europa.

«Dopo il 7 ottobre 2023 abbiamo avuto un piccolo terremoto interno – racconta fra Pari –. Alcune famiglie non hanno più potuto sostenere le tasse scolastiche e hanno preferito ritirarsi. Il delicato equilibrio costruito in quasi trent’anni è stato minacciato in un attimo, ma siamo riusciti a mantenere la politica fuori dalla scuola: un piccolo miracolo». Così a giugno sono tornate a iscriversi intere famiglie e oggi si contano 220 studenti e 31 insegnanti. L’orchestra degli studenti avanzati è il fiore all’occhiello della scuola e spesso si esibisce in varie occasioni. Il coro degli adolescenti sta rinascendo dopo una pausa generazionale e da un anno è stato anche avviato un progetto per il coro dei più piccoli in collaborazione con l’associazione “Andrea Bocelli”.

«Per il trentennale – continua fra Alberto – abbiamo già realizzato un logo e abbiamo in programma un grande concerto in primavera e un altro al conservatorio di Vicenza dove coinvolgeremo tutti gli studenti che hanno concluso la laurea di primo e di secondo livello: sono tre cantanti, tre pianisti, un organista, un chitarrista e una fagottista». Anche in padre Pierucci il desiderio di festeggiare è grande. Ma la gioia si trasforma in preghiera non appena la mente vola alla sua martoriata Terra Santa. Così gli occhiali si appannano: «laggiù la gente è buona – testimonia – e chiede solo di vivere in pace».

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