"La debolezza e la sofferenza dei nostri affetti più cari e più sacri possono essere, per i nostri figli e i nostri nipoti, una scuola di vita, e lo diventano quando i momenti della malattia sono accompagnatidalla preghiera e dalla vicinanza affettuosa e premurosa dei familiari. La comunità cristiana sa bene che la famiglia, nella prova della malattia, non va lasciata sola". Così Papa Francesco all'udienza generale in un ciclo di catechesi sulla famiglia in vista del sinodo di ottobre. "Dobbiamo dire grazie al Signore per quelle belle esperienze di fraternità ecclesiale che aiutano le famiglie ad attraversare il difficile momento del dolore e della sofferenza. Questa vicinanza cristiana, da famiglia a famiglia, è un vero tesoro per la parrocchia; un tesoro di sapienza, che aiuta le famiglie nei momenti difficili e fa capire il Regno di Dio meglio di tanti discorsi! Sono carezze di Dio!".
"Penso alle grandi città contemporanee - ha detto il Papa - mi chiedo dove sono le porte davanti a cui portare i malati sperando che vengano guariti! Gesù non si è mai sottratto alla loro cura. Non è mai passato oltre, non ha mai voltato la faccia da un`altra parte. E quando un padre o una madre, oppure anche semplicemente persone amiche gli portavano davanti un malato perché lo toccasse e lo guarisse, non metteva tempo in mezzo. La guarigione veniva prima della legge, anche di quella così sacra come il riposo del sabato: ma l'amore di Gesù era dare la salute, fare il bene, e questo è al primo posto sempre".