«Benvenuti ancora una volta per questo incontro - ha detto padre Federico Lombardi - in cui accompagniamo il Pontificato nei suoi primi passi, con molta gioia e con molto entusiasmo. Ieri pomeriggio, abbiamo potuto partecipare con la trasmissione televisiva, alla prima concelebrazione del nuovo Papa con i cardinali elettori nella Cappella Sistina. Eravamo molto attenti al suo stile, che si manifestato - ancora una volta - semplice, diretto. In particolare abbiamo seguito la sua omelia: abbiamo visto che era una omelia breve, che ha voluto dare senza leggere un testo, ma in modo diretto, spontaneo, molto incisivo con le tre parole 'camminare', 'edificare', 'confessare'. Quindi ci ha dato una impressione di chiarezza, semplicità, ma anche grande forza di messaggio». Con queste parole il portavoce della Santa Sede ha esordito nell'incontro odierno con la stampa internazionale.Lo stile di papa Francesco. Padre Lombardi - secondo quanto riportato dalla Radio Vaticana - dopo aver atto alcune annotazioni sul discorso di questa mattina «che sono abbastanza caratteristiche - ha detto - dello stile di questo Papa». Ad esempio ha ricordato il direttore della Sala Stampa vaticana «si rivolge ai cardinali chiamandoli 'fratelli', 'fratelli cardinali' e non 'signori cardinali' come era forse abituale per le nostre orecchie» che poi ha fornito altre informazioni sull’attività di papa Francesco e su come ha passato la giornata. Il pranzo con i fratelli cardinali. Il direttore della Casa Santa Marta ha detto che quando papa Francesco «va per i pasti, per la cena o per il pranzo, di solito arriva che i cardinali sono già arrivati… allora va a trovare un posto che sia libero: non ha un posto particolare per lui e va a mettersi a un tavolo dove trova un posto libero, dove ancora può inserirsi. Con molta naturalezza». La vicinanza alla gente comune. «Questa mattina - ha proseguito - ha celebrato la Messa alla 7.00 nella Cappella di Santa Marta e molti cardinali hanno desiderato concelebrare con lui. Il Papa ha fatto un piccola omelia, spontaneamente, sul Vangelo e sulle Letture della Messa». Il direttore della Casa di Santa Marta, che è stato anche direttore alla Casa di Via della Scrofa, dove il Papa alloggiava in questi giorni - ha riferito padre Lombardi - ha detto «che il suo passaggio ieri è stato veramente molto commovente, perché si vedeva che conosceva personalmente e bene tutti i dipendenti, chiedeva loro notizie della loro figlioletta o della moglie… Tutti piangevano di commozione. Quindi un’esperienza di una persona molto vicina alla gente comune, anche agli impiegati e ai lavoratori». Padre Lombardi ha poi raccontato della telefonata la sera dell'elezione al Soglio pontificio da parte del Papa al Nunzio apostolico in Argentina, l'arcivescovo Tscherrig, per far sapere ai vescovi e i fedeli a non venire a Roma per la Messa di inaugurazione: «non c’è bisogno che facciano un lungo viaggio, molto costoso, per venire a Roma in questa occasione e che facciano una offerta, un atto di solidarietà invece per i poveri». Un atteggiamento non nuovo a papa Bergoglio che si comportò nello stesso modo quando Giovanni Paolo II lo creò cardinale nel 2001.
Una campagna calunniosa. Padre Lombardi si è poi riferito alle accuse che sono state sollevate sul passato del nuovo Papa nel tempo della dittatura. «Sono accuse - ha detto - che erano un tema già di molti anni fa, che però adesso in Argentina è stato risollevato in questa occasione». Quindi ha ricordato in proposito «una dichiarazione importante di Pérez Esquivel che ha detto che non c’era compromissione del cardinale Bergoglio con la dittatura. Una dichiarazione, quindi, da prendere con molta attenzione perché Pérez Esquivel non è tradizionalmente favorevole alla Chiesa».
Padre Lombardi ha quindi ribadito che le accuse non sono attendibili e non hanno motivo, anche oggi, in qualche modo, di mettere un’ombra sulla figura del nuovo Papa.
Domani l'incontro con gli operatori delle comunicazioni sociali. Si è poi riferito ai prossimi impegni: domani alle 11 c'è l'udienza nell’Aula Paolo VI per gli operatori delle comunicazioni sociali. «Non è una conferenza stampa, non è un dialogo tra il Papa e i giornalisti: è un saluto, un ringraziamento. Ci saranno certamente delle parole da parte sua e poi un certo numero di noi potranno passare a salutare il Papa personalmente a nome di tutti gli altri»