martedì 10 marzo 2015
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​«Passeggiando per le viuzze di Cárcova, ci si rende conto che qui c’è fede». Il 3 marzo sono stati due anni da quando padre José María Di Paola – padre Pepe – ha pronunciato questa frase nella sua prima Messa nella «villa». Da allora, molte cose sono cambiate: il sacerdote era appena rientrato da due anni di missione a Santiago del Estero, nel nord, dopo un decennio di lotta contro il «paco», la cocaina dei poveri, in un’altra bidonville, la Villa 21. Papa Francesco era ancora il cardinale Bergoglio, l’arcivescovo della capitale che fin dall’inizio l’aveva incoraggiato e sostenuto. E la Cárcova di José León Suárez, al limite tra Buenos Aires e la provincia, era sinonimo di miseria e narcotraffico. Padre Pepe, però, non si è lasciato ingannare dai pregiudizi. «Alla Cárcova c’è fede», ha detto nella prima omelia. E non ha cambiato idea. I suoi «villeros» – 20mila persone in case di fortuna intorno alle rive dell’ultra-inquinato fiume Reconquista – glielo dimostrano ogni giorno. Centinaia di giovani partecipano ai progetti della parrocchia. Alla recente inaugurazione della nuova chiesa di San Giovanni Bosco – la prima dedicata al santo in una baraccopoli di Buenos Aires –, c’era una folla di ragazzi. Sono questi ultimi l’«ossessione» di padre Pepe, devoto di don Bosco. «Se dovessi scegliere di entrare in una congregazione, diventerei salesiano», ha detto spesso. «Arrivare ai ragazzi», prima che lo facciano spacciatori e mercanti di armi è l’obiettivo dei numerosi progetti del sacerdote a La Cárcova. Dai gruppi di esploratori (la versione argentina degli scout) al centro di riabilitazione per tossicodipendenti, ai corsi di formazione professionale. Una sfida non da poco nell’Argentina della crisi, in particolare, nelle periferie. Un secolo e mezzo dopo la sua nascita sopra una discarica, La Cárcova è ancora come il dipinto più celebre del pittore di cui porta il nome, Ernesto de la Cárcova: «Senza pane e lavoro». Disoccupazione, recessione e inflazione record hanno fatto quintuplicare gli abitanti della «villa» della zona. Eppure, nelle strade spesso sterrate de La Cárcova, si percepisce la forza dei tanti che lottano per studiare, allevare i figli, ritagliarsi un domani. In una parola, la fede.
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