giovedì 13 ottobre 2016
Gesuiti, il giorno della scelta del successore di sant'Ignazio di Loyola
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Dopo quattro giorni di preghiera, riflessione e consultazioni reciproche, venerdì a Roma, i 212 elettori (tra cui il già direttore della Sala Stampa della Santa Sede e presidente della Fondazione Ratzinger Federico Lombardi) della 36ª Congregazione generale della Compagnia di Gesù dal titolo “Verso il largo, dove è più profondo” - (a cui partecipano per la prima volta in questa veste anche i fratelli laici dell’Ordine) - saranno pronti a votare ed eleggere il 30esimo successore di Sant’Ignazio di Loyola. La giornata inizierà alle 7.30 con una Messa concelebrata. A presiederla sarà il vicario generale della Compagnia di Gesù padre James Grummer (il gesuita chiamato a “reggere” l’Ordine fino all’elezione del nuovo superiore).

L'urna dove saranno deposte le schede E la traccia di un possibile identikit sul futuro preposito dei gesuiti è stata suggerita recentemente dal gesuita e delegato della 36ª Congregazione  Nicolas Austin. «La guida che Ignazio auspica per la Compagnia di Gesù – ha scritto recentemente in un articolo il gesuita inglese apparso sulla rivista spagnola “Manresa” - non è semplicemente un esperto, ma un tipo specifico di persona, qualcuno che possa guidare prima di tutto con il suo esempio, che possa essere uno specchio e un paragone per tutti i suoi. Quello che vuole più di ogni altra cosa è che il padre generale sia un buon gesuita». Alle 9 di domani mattina gli elettori si riuniranno nell’aula destinata ad accogliere i “padri capitolari” della Congregazione , reciteranno il Veni Creator Spiritus, ascolteranno un’esortazione letta dal padre Lisbert D’Souza, (uno dei 4 assistenti ad providentiam che coadiuvano il generale nella guida dell’ordine), e si raccoglieranno in preghiera personale per il resto dell’ora. Al termine della celebrazione gli elettori faranno ritorno, in silenzio, nell’aula in cui, dopo un’ultima ammonizione padre Lisbert D’Souza, inizierà la votazione in vista dell’elezione del nuovo generale dei gesuiti. «Il padre generale che noi gesuiti cerchiamo tra di noi non è superman ma un uomo di Dio che sa di essere un peccatore ma che sa anche andare avanti senza paura», ha scritto proprio oggi su Twitter uno dei partecipanti alla congregazione, padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica.

Adolfo Nicolás Pachón (sinistra) e Peter Hans Kolvenbach

Il nuovo generale dei gesuiti che con tutta probabilità sarà eletto domani succederà allo spagnolo Adolfo Nicolás Pachón (dimessosi a 80 anni come il suo predecessore Peter Hans Kolvenbach nel 2008) la cui rinuncia- (la carica è a vita secondo quanto prescrivono le Costituzioni ignaziane)- è stata accolta dalla 36esima Congregazione generale lunedì 3 ottobre. La prima persona – come è tradizione - a cui sarà comunicato il nome del nuovo superiore dei gesuiti sarà papa Francesco. E’ la prima volta nella storia della Chiesa Cattolica che l’elezione di un preposito della Compagnia di Gesù, il cosiddetto “papa nero”, avviene durante il papato di un vescovo di Roma, proveniente dai gesuiti (Jorge Mario Bergoglio - Francesco). Come sarà la prima volta, da venerdì 14 ottobre, nella storia plurisecolare della Compagnia avere contemporaneamente, al suo interno, due prepositi generali emeriti: l’olandese Peter Hans Kolvenbach classe 1928 oggi residente in Libano e lo spagnolo Adolfo Nicolás Pachón, classe 1936, destinato a ritornare a vivere nella sua provincia di origine, il Giappone-Filippine. Attualmente la Compagnia di Gesù, - fondata nel 1540 e approvata da papa Paolo III, - è il più grande istituto maschile della Chiesa Cattolica, composto da 16.740 religiosi, divisi in 12mila presbiteri, 1.300 fratelli, 2.700 scolastici e 753 novizi. Il giorno dopo l’elezione del 31° preposito generale, sabato 15 ottobre, alle ore 10.30, si terrà una concelebrazione nella “chiesa madre dei gesuitiil Gesù di Roma, (il luogo dove riposano, tra l’altro, le spoglie del fondatore Sant’Ignazio di Loyola). Come avviene l’elezione del “papa nero” Per l’elezione del padre generale, tuttavia, la procedura adottata è esattamente quella prescritta dallo stesso sant’Ignazio nelle Costituzioni della Compagnia e avviene con il metodo tradizionale delle schede cartacee. L’elezione avviene dopo i quattro giorni della murmuratio, un tempo di preghiera e discernimento. Il giorno dell’elezione, dopo la celebrazione della Messa per lo Spirito Santo, gli elettori si incontrano nell’aula per iniziare la votazione. Ognuno riceve una scheda cartacea sulla quale da un lato è stampato il giuramento in cui si afferma che il sottoscritto “giura che sta votando per chi pensa, nel Signore, che sia maggiormente in grado di esercitare questo incarico”. L’elettore firma il giuramento, e poi, sul lato opposto del foglio, scrive il nome di colui per il quale vota. La votazione è anonima: il modo in cui il foglio è piegato garantisce che, al momento del conteggio dei voti, si possa leggere il nome di colui che è stato scelto, senza essere in grado di identificare colui che l’ha votato. Le schede vengono lette a voce alta, una ad una, dal vicario generale della Compagnia di Gesù (colui che sostituisce il precedente generale fino all’elezione del successivo) e da due scrutatori. Nessuno può votare per se stesso. Colui che riceve il 50% più uno dei voti è eletto. In questo caso specifico, è necessario avere 107 voti, dato che il numero degli elettori ammonta a 212.

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