Il digiuno e la preghiera per la Siria non sono solo cose "per grandi". Anche i piccoli possono partecipare all'invito del Papa, che si trasforma così in una straordinaria possibilità di educazione in famiglia. E' il senso della lettera che monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, ha inviato a tutte le famiglie (LEGGI), offrendo piccoli suggerimenti utili per vivere questa giornata, sabato 7 settembre, con semplicità e nello stesso tempo con impegno. I genitori sono incoraggiati a non tenere di proporre ai figli "un pranzo austero e minimo" e davanti a un piatto di pasta scondita o di riso in bianco si può parlare di ciò che accade nel mondo e di come questi fatti non possono lasciare indifferenti nessuno. Il digiuno è un modo per dimostrare che non siamo indifferenti. Ma monsignor Paglia è un pastore, e proprio come un buon padre consiglia di non mostrare solo le cose brutte bensì di far cogliere anche "la speranza della pace offerta da Gesù risorto che ha riconciliato il mondo non con gesti violenti e vendicativi ma con il dono di sè".
Nelle case, sabato, davanti a questo pranzo fatto di poco cibo e molte parole, non dovrebbero mancare i nonni o comunque gli anziani: se qualcuno di loro ha vissuto i tempi grami della guerra, può raccontare cosa vuol dire stare nelle privazioni e nella paura, e il significato di una preghiera sussurrata per infondere speranza.
Ai giovani e ai ragazzi monsignor Paglia suggerisce di non lamentarsi per la scarsità delle cibarie sulla tavola di sabato, ma al contrario di ringraziare i genitori per l'opportunità di comprendere e in qualche modo condividere le sofferenze di un popolo lontano. Dai genitori "esigete spiegazioni e motivi per cui vale la pena continuare ad abitare questa terra segnata troppo spesso da lutti e violenza".
Poi il presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia chiede a tutti di pregare insieme. Pregare per i bambini che muoiono in Siria e altrove per l'odio e per la fame. Pregare per chi li governa, perché sappia trovare parole di pace e non di violenza. Perché si allontani il tempo di soluzioni violente. Pregare come si può, in famiglia: leggendo un salmo, cantando una strofa, recitando il Rosario: ogni famiglia, esorta monsignor Paglia, metta ciò che può in mezzo "tra il mistero del male che segna la nostra storia e il Dio della pace che la sana e la salva".