12 pannelli illustrano la vita ed il pensiero dei coniugi servi di Dio, Sergio Bernardini e Domenica Bedonni, per oltre cinquanta anni sposi cristiani. La Diocesi di Milano, nella settimana del VII° Incontro mondiale delle famiglie accoglie l’esposizione che narra alla vita moderna lo stile semplice ed evangelicamente ineccepibile di due persone comuni, dedite alla vita ed alla Chiesa. Il luogo della mostra è la Chiesa di Sant’Angelo, nella piazza omonima a Milano.Dieci figli, di cui otto hanno scelto la via religiosa, testimoniano il carisma della vita consacrata nata in seno alla famiglia. Mons. Germano Giuseppe Bernardini, già vescovo di Smirne (Turchia), ricordando le virtù dei suoi genitori dice di loro: “Papà Sergio era encomiabile per la sua pazienza, la fede nella divina Provvidenza, l'obbedienza assoluta alla Chiesa, il rispetto ai suoi ministri; mamma, mistica non di meno del suo sposo, restò fedele sino alla fine alla Legge del Signore e con Sergio amò e rispettò la vita nella sua accoglienza e nella divulgazione del messaggio evangelico a tutto il mondo, al quale indirizza i suoi figli”. I due sposi, continua Bernardini, “appoggiarono l'educazione religiosa dei figli, ne incentivarono la libertà nella risposta alla vocazione religiosa e nel matrimonio, custodendone nella preghiera lo spirito missionario di tutti loro”.
LA COPPIA MODENESE VERSO GLI ALTARI Una storia d’amore di straordinaria ordinarietà. Una vicenda matrimoniale intessuta in un prezioso ordito di virtù cristiane e di saggezza umana. A leggere i numeri sarebbe facile liquidare tutto ricorrendo alla categoria dell’eccezionalità: 52 anni di matrimonio, sei figlie suore e tre figli sacerdoti. Bisogna ammetterlo. Nella società dei nostri giorni la famiglia di Sergio Bernardini e di Domenica Bedonni apparirebbe decisamente "fuori classifica". Non solo per il numero dei figli, addirittura dieci, più uno "adottato". Non solo perché delle otto figlie femmine, sei scelsero la vita consacrata. Mentre i due maschi, più il fratello arrivato in sovrappiù, diventarono preti. Ma soprattutto per la loro capacità di accettare sempre e comunque la volontà di Dio, anche nelle situazioni peggiori. Esempi luminosi di vita matrimoniale vissuta nella fedeltà, nell’accoglienza della vita e nell’educazione dei figli. Un profilo alto di testimonianza cristiana, nonostante l’estrema povertà, gli stenti e la sofferenza non siano mai mancati nella vita dei due servi di Dio.Sergio nasce presso Sassoguidano, nel Modenese, il 20 maggio 1882. Già felicemente sposato, vede tutto il suo mondo crollare in meno di quattro anni. Muoiono in rapida successione il papà, la mamma, il fratello, la moglie ed i tre piccoli figli. Una serie di lutti che neppure il biblico Giobbe sarebbe riuscito a sopportare. Ma Sergio, che all’epoca ha 30 anni, si guarda bene dal lamentarsene. Deve pagare i tanti debiti contratti per le malattie dei suoi cari. E così parte per l’America. Ma ci resta poco. Un solo anno. Poi ritorna a casa con in testa una grande confusione. Un amico sacerdote vorrebbe indirizzarlo al seminario. Ma il Signore per lui ha altri progetti. Qualche mese dopo infatti incontra una ragazza di 23 anni. Si chiama Domenica Bedonni. Il loro progetto d’amore è semplice ma radicale: formare una famiglia secondo il modello cristiano, con numerosi figli da educare religiosamente, nella speranza che qualcuno di essi si consacri al Signore. Che infatti li accontenta senza risparmio.Sei delle otto figlie scelgono la vita consacrata. I due figli maschi diventano sacerdoti cappuccini: padre Sebastiano, predicatore e direttore spirituale di tanti giovani e handicappati, e padre Germano, missionario. Sacerdote anche il figlio "adottivo", Felix Ade Job, che diventerà arcivescovo di Jbadam (Nigeria) e nel 1983 consacrerà il "fratello" Germano arcivescovo metropolita della città turca di Smirne. Di fronte alle vocazioni dei suoi figli mamma Domenica prova ogni volta gratitudine e stupore: «Dio ci ha tanto benedetti, non lo ringrazieremo mai abbastanza». Lei, da parte sua, non perde occasione per ribadire gli incessanti sforzi educativi suoi e del marito. Probabilmente il loro autentico capolavoro, in una quotidianità ritmata dalla preghiera, dal lavoro nei campi e dalle mille incombenze domestiche indispensabili e faticose in una famiglia così robusta.Oggi, in un tempo in cui il modello familiare dominante sembra quello della coppia in difficoltà, gli splendidi 52 anni di matrimonio di Sergio e Domenica – che morirono rispettivamente il 12 ottobre 1966 e il 27 febbraio 1971 – sono una testimonianza concreta di come si possa crescere insieme nella fede e nella coerenza cristiana, offrendo nuove ragioni di speranza a tutta la società.