L’appoggio del Pd alla candidatura di Marco Cappato per il seggio senatoriale di Monza manda alcuni messaggi da registrare con grande attenzione.
La partita elettorale si presenta quasi impossibile – dall’altra parte c’è Adriano Galliani, e trattandosi di raccogliere il posto lasciato vacante da Berlusconi il pronostico pare chiuso – ma la decisione di Elly Schlein non sembra puntare a una rimonta che riproponga il «non ci hanno visti arrivare» della sua clamorosa ascesa alla segreteria.
Nel nome più che mai divisivo del leader radicale c’è infatti una precisa scelta di campo che rischia di spostare il baricentro del “partito plurale” verso l’area delle battaglie schieratissime a lui legate, dall’eutanasia alla legalizzazione della cannabis, dalla surrogazione di maternità al “diritto di abortire” senza più contrappesi.
Un’idea di libertà individuale illimitata che trasforma la vita in un bene disponibile, consegnata alla discrezionalità e sottratta alla sua natura di valore assoluto, pietra angolare di ogni diritto.
Una visione della persona e della stessa società che sta agli antipodi di quel che ispira espressioni fondative del Pd, come l’area cattolica, ma non solo.
Cappato è assai più il testimonial di un programma politico che un semplice nome sul quale far convergere le altrimenti sparse forze di una sinistra lacerata, come pure è stato detto: perché se un intento unitario si intendeva perseguire la figura più indicata non sembra quella di chi insiste da anni a gran voce per legalizzare la morte a richiesta.
Se dunque quella dell’esponente dell’Associazione Coscioni è una scelta con un significato valoriale ben preciso, essa oggi suona come un avviso di sfratto per chi non la pensa come lui su temi determinanti.
Un allarme che squilla ancor più forte se si considera che la candidatura dovrebbe rappresentare il Pd della Brianza, una terra dove l’impegno di generazioni di cattolici ha portato al fiorire di apprezzate amministrazioni di centrosinistra fondate sul solidarismo, la cura della vita, l’accoglienza dei fragili, il senso comunitario.
Il Pd a trazione schleiniana è proprio sicuro di voler andare dalla parte opposta?