giovedì 27 dicembre 2012
Il Dipartimento antidroghe vara un piano nazionale per riconoscere e dissuadere.
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«Hai mai sentito l’impulso a giocare somme di denaro sempre più elevate? Hai mai voluto nascondere l’entità di quanto giochi alle persone che ti stanno più vicino?». Basta un solo "sì" per sapere di essere «a rischio di sviluppare problemi con il gioco d’azzardo» che, per dirla con il Dipartimento nazionale antidroga, «è un’emergenza sociale».Il breve questionario è contenuto nelle "Avvertenze per i giocatori" stilate dal Dipartimento nazionale antidroga e che dovranno essere affisse in tutte le sale da gioco. Una campagna di prevenzione dal gioco d’azzardo patologico che parte in concomitanza con l’avvio del sistema nazionale di raccolta dati sulla dipendenza da gioco.Il progetto prevede anche lo studio e la realizzazione di software da installare nelle macchinette mangiasoldi per avvertire «i giocatori imprudenti – spiegano dal Dipartimento – che esprimono comportamenti a rischio». Quando il cervellone rileva atteggiamenti compulsivi, verranno emessi segnali d’allerta per scoraggiare lo scommettitore. Modalità i cui effetti dovranno essere testati sul campo, ammesso che i "drogati di slot" siano in grado di lasciarsi dissuadere dallo stesso apparecchio che gli sta svuotando le tasche.«Il gioco d’azzardo può creare dipendenza patologica», è il titolo di un volantino predisposto dal Dipartimento politiche antidroga (Dpa) con una serie di avvertenze, secondo quanto stabilito dal decreto del ministro della Sanità Balduzzi. «Viste le numerose sollecitazioni che stiamo ricevendo da parte dei servizi territoriali – ha spiegato Giovanni Serpelloni, capo del Dpa – abbiamo pensato di fornire delle indicazioni che possono essere liberamente utilizzate dalle Aziende sanitarie». Il prontuario si basa su un elenco dei possibili rischi, «particolarmente presenti nelle persone vulnerabili, da poter utilizzare – chiarisce Serpelloni – nei cartelli che devono essere esposti e ben visibili nelle sale da gioco».Per suggerire come non lasciarsi spennare dalle macchinette «abbiamo lavorato – ha sottolineato Serpelloni – con vari esperti internazionali del settore e consultato centinaia di studi scientifici sull’argomento».Un fenomeno che «non può più essere sottovalutato e l’impegno di tutti noi – insiste Giovanni Serpelloni – deve essere orientato a trovare soluzioni concrete ed immediate».
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