mercoledì 21 settembre 2011
Secondo i dati dell’Inail l’anno scorso quasi 100mila studenti sono rimasti vittime di incidenti nelle aule. Gabrielli (Protezione civile): «Senza attenzione all’edilizia scolastica, non si avrà futuro».
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Sempre peggio, sempre più pericoli, sempre più incuria. E alunni, studenti, professori obbligati a giocare quasi ad una specie di roulette russa. Tant’è che «se c’è un luogo in cui sarebbe meglio che i nostri figli non entrassero, sono le aule», visto che «oltre un edificio scolastico su quattro (il 28%) risulta fuorilegge perché privo dei requisiti di base previsti dalla legge sulla sicurezza». Si chiude così, senza giri di parole, il nono Rapporto su "Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici", presentato ieri da Cittadinanzattiva (che nasce dall’indagine su 88 scuole appartenenti a 13 province di dodici regioni).Più incidenti. Il numero degli incidenti a scuola è in aumento, stando ai dati Inail: nel 2010 hanno coinvolto 98.429 studenti, (nel 2009 sono stati 92.060) e 14.735 insegnanti (nel 2009 sono stati 14.239). E racconta il Rapporto di Cittadinanzattiva che i responsabili del Servizio di prevenzione e protezione di 55 scuole hanno segnalato 445 incidenti, 396 dei quali a studenti. Le prime cause? In ordine di frequenza: le cadute durante le attività sportive, le cadute accidentali, malori improvvisi o legati a patologie, le cattive condizioni di arredi e mobili, le cattive condizioni degli infissi, l’uso improprio o scorretto delle attrezzature. Aule da rifare. Le aule scolastiche sono da bocciare senza appello: i numerosi distacchi di intonaco (rilevati nel 18% delle classi), la presenza di altri segni di fatiscenza (30%), le finestre rotte (23%), l’assenza di tapparelle o persiane (56%), i pavimenti sconnessi (21%), banchi e sedie rotte (rispettivamente nel 13% e nel 18% dei casi), la presenza di barriere architettoniche (9%), sono tra i principali motivi di pericolo.Istituti da sigillare. Il 28% degli edifici scolastici, poi – annota il Rapporto – è «del tutto illegale», perché non ha le certificazioni e i requisiti di base previsti dalla legge sulla sicurezza (81/08, ex 626/96). Sarebbe a dire che meno di una scuola su due fra quelle monitorate possiede il certificato di agibilità statica (41%). Bruttissima storia, tanto più che il 42% delle scuole del campione si trova in zona sismica e che lo stato della manutenzione lascia a desiderare. La percentuale è quasi uguale per la certificazione igienico- sanitaria, che manca nel 60% dei casi. Mentre la certificazione di prevenzione incendi è in poco più di una scuola su 4 (28%).L’intonaco viene giù. In 17 scuole sono state rilevate lesioni strutturali. I distacchi di intonaco interessano invece principalmente corridoi ed ingressi (24%), aule e laboratori scientifici (18%), palestre e segreterie (17%), mense e sale professori (15%), bagni (13%), aule computer e biblioteche (5%).E il futuro? «Un Paese che non presta la dovuta attenzione alla sicurezza scolastica è un Paese destinato a non avere futuro – secondo il capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli –. Ma su questo è necessario uno sforzo di tutti perché le risorse saranno sempre meno e quindi vanno utilizzate con grande parsimonia e intelligenza».L’Upi batte cassa. Così «i 5000 edifici scolastici delle Province hanno bisogno di interventi immediati – fa sapere il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione –. Non possiamo mettere a rischio la salute di 2 milioni e mezzo di ragazzi che hanno diritto di studiare in aule sicure. Noi per primi abbiamo lanciato l’allarme sulla condizione delle scuole in Italia e se non avremo risposte saremo costretti a chiudere quelle non a norma». Anzi – continua – «se si continuerà ad ignorare le nostre le proposte per rilanciare gli investimenti, raccoglieremo le perizie degli organi di controllo e le consegneremo al governo».
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