Stop a nuove sale da gioco a Udine. Lo ha deciso il Comune. In provincia sono 200, nel capoluogo ne sono state aperte 11 negli ultimi mesi, oltre alle 25 che già c’erano. La giunta municipale ha approvato una direttiva urbanistica di salvaguardia che, in attesa dell’introduzione definitiva del nuovo Piano regolatore, sospende per un anno le autorizzazioni all’apertura di nuovi locali dedicati a macchine new slot, videolottery e altri apparecchi elettromeccanici funzionali al gioco d’azzardo. «Si tratta di un fenomeno che sta assumendo dimensioni preoccupanti – sottolinea il sindaco di Udine Furio Honsell – e proprio per questo la nostra amministrazione vi pone particolare attenzione». Insiste il sindaco: «Al vertiginoso aumento di nuove sale da gioco in città riscontriamo una crescente diffusione di forme di dipendenza patologica dal gioco d’azzardo, con ricadute fortemente negative sul piano sociale e sanitario per i danni causati alle persone e alle famiglie». Analogo l’intervento deciso dal Consiglio comunale di Muggia, l’ultimo comune al confine con la Slovenia, la terra dei casinò molto frequentata anche dai nordestini, pensionati compresi. A giorni sarà la stessa Regione Friuli Venezia Giulia a occuparsi del problema. Il consigliere regionale del Pd Sergio Lupieri, vicepresidente della III Commissione sanità, ha depositato una proposta di legge per l’accesso consapevole e responsabile al gioco lecito. Il provvedimento, sottoscritto anche da altri consiglieri di maggioranza (Pdl e Udc) e di opposizione, si compone di 8 articoli che prevedono, tra l’altro, la collocazione delle sale giochi, il divieto di pubblicità, gli obblighi per i gestori e ne prevede una specifica formazione e contiene disposizioni per la promozione di campagne di informazione e di sensibilizzazione. Nel 2011 in regione si sono spesi circa 1.317 milioni di euro per giochi d’azzardo legali. Il che equivale a ben 1.053,60 euro pro capite, contando anche i neonati e gli ultranovantenni. Su videopoker e newvideo ricade la maggior parte delle giocate, circa il 66%, in netta crescita i giochi di abilità a distanza (14%) rispetto a lotterie (10%) e lotto (8%). «Con l’aumentare delle giocate – afferma Raimondo Gabriele Englaro, presidente del Movimento difesa del cittadino – aumenta concretamente anche il rischio di una vera e propria dipendenza da gioco. In molti sottovalutano la situazione, credendo di avere sotto controllo il proprio comportamento». Le conseguenze finanziarie ed economiche del fenomeno sono notevoli e altrettanto preoccupanti. La spesa per gioco d’azzardo, per ciascun componente della famiglia, è superiore a quella destinata all’«abbigliamento e alle calzature» (950 euro) e ai «combustibili e l’energia elettrica» (525 euro) e corrisponde a ben il 58,5% della spesa per alimentari (1.800 euro). Facendo una proiezione delle puntate di gennaio 2012 sull’arco dell’anno – continua il Movimento difesa del cittadino – si arriva all’incredibile somma di 1.550 euro per ogni componente della famiglia, quindi una spesa quasi pari a quella per gli alimentari». Con lo slogan «Basta videopoker e slot machine nei bar del Veneto» Stefano Valdegamberi, capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, invita tutti i primi cittadini del Veneto a predisporre una mozione con la quale «si chiede al Governo e al Parlamento di assumere i provvedimenti normativi necessari a determinare l’illiceità dell’installazione e dell’utilizzo di apparecchi elettronici finalizzati al gioco d’azzardo nei locali pubblici ed aperti al pubblico, limitandone la presenza solamente nei casinò».