I migranti al loro arrivo nel centro in Albania - Ansa
La decisione del tribunale civile di Roma, attesa nel primo pomeriggio, è arrivata alle 14. Ed è probabile che finisca per avere un impatto sulle modalità di funzionamento dell'accordo fra Italia e Albania. Basandosi sulla recente sentenza della Corte di giustizia europea, la cui definizione di "Paese sicuro" non collima con la visione del governo italiano, i giudici non hanno convalidato le richieste dei 12 migranti trasferiti nei giorni scorsi su nave Libra e rimasti nel centro di Gjader, in Albania. "I due Paesi da cui provengono i migranti, Bangladesh ed Egitto, non sono sicuri, anche alla luce della sentenza della Corte di giustizia", sostiene - in sintesi - uno dei giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma, nella sua ordinanza, che non convalida il trattenimento di uno dei migranti. Per i giudici lo stato di libertà potrà essere riacquisito solo in Italia e per questo dovranno essere riaccompagnati nel nostro Paese, come già avvenuto per gli altri 4 (sul totale di 16 migranti trasferiti nel primo viaggio) per cui era stata disposto il rientro in Italia perché minori o vulnerabili. Domani, secondo quanto si apprende, potrebbero già essere al porto di Valona, dove una nave italiana li caricherà a bordo per condurli a Bari.
L'ira di Fdi e Lega
Intanto la decisione del tribunale di Roma fa infuriare i partiti di governo. "Assurdo! Il tribunale non convalida il trattenimento dei migranti in Albania. In aiuto della sinistra parlamentare arriva quella giudiziaria", si legge in un post sul profilo X di Fratelli d'Italia, in una grafica con una toga di colore rosso. "Alcuni magistrati politicizzati hanno deciso che non esistono Paesi sicuri di provenienza: impossibile trattenere chi entra illegalmente, vietato rimpatriare i clandestini - afferma ancora il messaggio sui social del partito della premier Giorgia Meloni -. Vorrebbero abolire i confini dell'Italia, non lo permetteremo". Stesso tenore per la Lega: "Proprio nel giorno dell'udienza del processo Open Arms contro Matteo Salvini, l'ordinanza che non convalida il trattenimento degli immigrati in Albania è particolarmente inaccettabile e grave - recita una nota del Carroccio -. I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni, ma sappiano che non ci faremo intimidire".
In mattinata respinte le richieste d'asilo
Poche ore prima della decisione, era stata respinta la richiesta d'asilo per i 12 migranti egiziani e bengalesi. A determinare la sentenza di rigetto dell'asilo potrebbe essere stato proprio il fatto che i migranti arrivino da Egitto e Bangladesh, Paesi che l'Italia ha inserito nella lista di quelli sicuri. Un pronunciamento criticato dai parlamentari delle opposizioni e da enti umanitari. Per Rachele Scarpa - deputata del Partito democratico, c'è stata "una rapidità delle procedure inedita e forse che non vedremo più. La sentenza della Corte di giustizia europea è stata chiara e fa scuola". la Corte ha stabilito che, a prescindere dal fatto che lo Stato riconosca quel Paese sicuro o meno, il rimpatrio si valuta caso per caso. E secondo Scarpa non si può pensare che l'Egitto possa essere "sicuro" per uno dei giovani, che ha raccontato di essere fuggito dal servizio militare obbligatorio.
Notarianni (Avs): hanno subito torture in Libia, faremo ricorso
Condividono la posizione della deputata la collega Francesca Ghirra, di Alleanza verdi e sinistra (Avs), Tommaso Notarianni, per il Tavolo asilo e immigrazione, e i due mediatori culturali di Tavolo Asilo appena usciti da una ispezione nel centro di trattenimento di Gjader. "La velocità e fretta nella procedura accelerata sulle richieste d'asilo è sospetta e non è compatibile con la sentenza della Corte" evidenziano. "Inoltre i migranti ci hanno segnalato che al momento di essere trasferiti sulla nave Libra hanno incontrato difficoltà d'accesso al diritto alla difesa e alla giusta informazione. Anche la selezione di chi mandare qui e chi portare in Italia per noi è stata sbrigativa e arbitraria". Secondo Notarianni "questa fretta non è compatibile neanche con le condizioni in cui sono le persone: vengono tutti da un anno di detenzione e torture in Libia, e qui non hanno trovato un ambiente amichevole. Sono provati. Notiamo anche scarsa professionalità rispetto alle procedure e difficoltà per queste persone a confrontarsi coi propri avvocati. Prepareremo un dossier articolato che presenteremo al governo e a cui chiederemo di rendere conto".