A due mesi esatti dal varo dell’Assegno unico provinciale, questo strumento finora inedito in Italia suscita fiducia e consensi. Da parte delle famiglie destinatarie che affollano i patronati (20 mila le domande nel primo mese), ma anche dei sindacati che benedicono la misura («un passaggio importante per il nostro welfare) e dagli esperti: «È più rivoluzionario e trasversale rispetto al Reddito Integrato varato dal governo», così lo ha promosso la sociologa Chiara Saraceno in una convegno la settimana scorsa a Trento.
L’assegno unico sarà distribuito a partire dal primo gennaio 2018, ne godranno circa 40 mi- la famiglie trentine, pari a 180 mila persone fisiche. Ma dove sta la novità principale? Da parte degli amministratori consiste nel tenere insieme contrasto alla povertà, sostegno alle famiglie e sostegno all’invalidità. Da parte delle famiglie, il fatto nuovo è nella semplificazione delle procedure: non più tre o quattro richieste su più 'voci', ma un’unica domanda da presentare attraverso i Patronati e gli uffici provinciali che poi provvedono a dare le risposte differenziate. Insomma, l’assegno è un contenitore il più possibile inclusivo «ispirato dalle esperienze già condotte dopo la legge sul benessere familiare del 2011 – spiega l’assessore allo sviluppo economico Alessandro Olivi, vicepresidente della Giunta – ed è basato sull’accertamento rigoroso dello status economico, ma anche dei bisogni specifici».
Nel concreto, si parte dallo strumento dell’Icef, determinato per tutti i richiedenti con soglie diverse però a seconda dell’obiettivo: 0,16 per il sostegno al reddito, 0,30 per il sostegno garantito alle famiglie con figli, 0,40 per le misure riguardanti gli asili nido. Nel regime precedente invece per alcune categorie contava l’Icef, per altre il reddito, per altre ancora il numero dei componenti della famiglia. Il nuovo sistema ingloba queste differenziazioni in un’unica misura con la conseguenza ad esempio che l’accesso al nido per il primo figlio non possa costare più di 250 euro per chi percepisce redditi alti e non meno di 40 euro per chi ha redditi bassi.
È garantito il sostegno alle famiglie con figli da 0 a 18 anni con indicatore Icef – quello che nel resto d’Italia si chiama Isee – fino a 0,30 (finora si arrivava solo fino a figli di 7 anni), mentre per le famiglie numerose (da tre figli in su) c’è un coefficiente familiare adeguato ed un sistema di quantificazione che mantiene importi mensili significativi anche negli importi minimi garantiti ai nuclei con Icef ai limiti. E al momento della nascita del terzo figlio è prevista un una tantum da aggiungersi all’assegno mensile. Più attenzione alle famiglie anche nelle domande per la casa e l’invalidità, (soprattutto nel caso di invalidi gravi e giovani). Nelle misure anti povertà si vuol prevenire l’assistenzialismo e gli aggiramenti della legge, utilizzando per alcune situazioni lo strumento dei voucher che 'costringe' le famiglie a utilizzare la risorsa soltanto per l’alimentazione dei figli. In questi casi – come ha rilevato il docente di politiche sociali Cristiano Gori – vengono stimolati anche i provvedimenti che «voglio aiutare chi si aiuta da sé» con programmi personalizzati per passare da uno stato di estremo bisogno ad un bisogno minore.
Complessivamente, a partire dal 2018, la Provincia autonoma ha destinato all’assegno unico 75 milioni di euro, incorporando tutte le risorse finora dedicate al reddito di garanzia, all’assegno regionale al nucleo familiare, all’abbattimento delle tariffe degli asili nido e tagesmutter, all’assegno integrativo invalidi. Secondo le stime circa 7.000 sono i nuclei famigliari interessati per il sostegno al reddito, circa 32.000 per i figli, circa 3.000 per la l’accesso ai nidi d’infanzia e i disabili coinvolti circa 7.800: in alcuni casi i soggetti beneficiari si sovrappongono. Via libera dai sindacati, che insieme al Forum delle associazioni famigliari appoggiano l’assegno unico, anche se – scrivono – si può migliorare ancora: «Pure le detrazioni per l’addizionale Irpef per le famiglie devono confluire nell’Assegno unico per garantire maggiore equità ».