venerdì 19 maggio 2017
In manette l'armatore Ettore Morace, proprietario della compagnia di traghetti Liberty lines. il deputato regionale Girolamo Fazio e il funzionario della Regione siciliana Giuseppe Montalto.
Tre arresti a Trapani. Indagati anche la sottosegretaria Vicari e Crocetta
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I carabinieri di Trapani e Palermo hanno arrestato per corruzione l'armatore Ettore Morace, figlio del patron del Trapani calcio Vittorio, entrambi proprietari della compagnia di traghetti Liberty Lines, il deputato regionale Girolamo Fazio, ex esponente di Forza Italia, ora al Gruppo misto all'Ars e candidato a sindaco di Trapani alle prossime amministrative, e il funzionario della Regione siciliana Giuseppe Montalto.

"Abbiamo scoperto un connubio sistemico finalizzato alla corruzione tra imprenditoria e politica". Così il procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia ha commentato l'inchiesta. "L'indagine - ha sottolineato - parte da un atto coraggioso di un funzionario regionale, subentrato a quello che aveva curato l'emissione dei bandi che avevano favorito Morace, che si è aperto a una totale collaborazione con gli inquirenti". L'inchiesta si è conclusa in 10 mesi. Alcuni tronconi saranno inviati ad altre procure. Le indagini riguardano i territori di Palermo, Trapani, Napoli, Livorno e Messina. Il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, ha sottolineato la
rapidità con cui anche l'ufficio dei gip si è mosso e la novità di due comandi provinciali dell'Arma, Palermo e Trapani, che hanno lavorato insieme.

Intanto è caos politico per le prossime comunali dell'11 giugno a Trapani. Ieri è stato notificata all'altro candidato, il sen. Antonino D'Alì, la richiesta della misura di obbligo di soggiorno nella città siciliana da parte della Dda palermitana. Il provvedimento sarà discusso il prossimo luglio. D'Alì è ritenuto infatti "socialmente pericoloso".

La candidatura di Fazio, invece, era già arrivata sul filo di lana. La Commissione elettorale l'ha accettata due giorni fa. Nei giorni scorsi, infatti, il Tar aveva rigettato il ricorso avverso le delibere del Consiglio comunale che dichiaravano Fazio decaduto, "per incompatibilità", da consigliere e quindi incandidabile. Il Tar, tuttavia, ha rigettato il ricorso per "difetto di giurisdizione", ritenendo
competente il giudice ordinario. Il Tribunale di Trapani, sulla vicenda, però, si è già espresso a favore di Fazio e pertanto non c'erano ostacoli alla sua candidatura. D'Alì, invece, aveva già annunciato, alla luce del provvedimento notificato, di aver sospeso la campagna elettorale, senza però ritirare candidatura.

Nell'ambito della stessa inchiesta è ora indagata anche la sottosegretaria alle Infrastrutture Simona Vicari (Ap).
Secondo l'accusa, Vicari avrebbe presentato un emendamento che abbassava dal 10 al 4% l'Iva sui trasporti marittimi, in cambio di un Rolex ricevuto da Morace a Natale. In questo modo, secondo i pm, Morace avrebbe ottenuto un risparmio di "almeno sette milioni di euro". In seguito si è appreso che a essere indagato è anche il governatore Rosario Crocetta per "concorso in corruzione".

«Non sono nulla», si difende il presidente della Regione Sicilia. «Sono sereno - aggiunge confidando di poter chiarire tutto quanto prima -, se ci dovesse essere un invito a comparire, che non ho ricevuto, sarò lieto di riferire ai magistrati notizie utili alle indagini». E su un presunto favore, una vacanza pagata, ricevuto dall'armatore Morace, Crocetta è secco: «Non ho avuto alcun rapporto con Morace per la mia vacanza a Filicudi, né sono mai stato in barca con lui». Crocetta inoltre ricorda: "In Sicilia la spesa per il trasporto marittimo da quando sono presidente si è ridotta di circa 30 milioni di euro. Sarebbe un modo molto singolare per agevolare gli armatori. Inoltre l'anno scorso con Ettore Morace ci fu un braccio di ferro incredibile perché voleva un contratto
di servizio troppo alto a nostro avviso. Il governo regionale non cedette di un millimetro".

Intanto la sottosegretaria Simona Vicari ha deciso di dimettersi, pur dicendosi "assolutamente tranquilla e certa della liceità della mia azione". Lo rende noto lei stessa con una nota.

Vicari precisa di essersi "della vicenda, interessata nel pieno adempimento delle deleghe che mi erano state conferite e nella
pienezza del ruolo di parlamentare che rivesto e questo per venire incontro alle esigenze dell`intero comparto marittimo. Se il signor Morace ne beneficerà ciò avverrà al pari di tutti i suoi colleghi che operano nel settore e senza alcun privilegio personale".

"Poichè - aggiunge Vicari- la mia permanenza nell'incarico di sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti comporterebbe di affrontare quotidianamente una materia per la quale sono oggi sottoposta ad indagine, al fine di garantire a me
e al mondo che è maggiormente interessato al trasporto marittimo e a tutto il governo che ho avuto l`onore di rappresentare, una
maggiore serenità, ritengo opportuno rassegnare le mie dimissioni che mi consentiranno di meglio rappresentare all'autorità
giudiziaria tutte le ragioni per le quali sono assolutamente estranea a quanto contestato. In quella sede farò chiarezza anche del regalo ricevuto da Morace, che nulla ha a che vedere con il ruolo di sottosegretario e l`impegno da me profuso per il riordino dell`intero settore".


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