Dalla «Grande bellezza» alla grande monnezza. Dopo l’affondo del
New York Times è arrivato pure il siluro del francese
Le Monde: in una corrispondenza intitolata «Roma degradata e desolata» scrive che la «reputazione della città è vicina allo zero». Ritratti a tinte forti ma sostanzialmente veritieri, un uno-due micidiale per l’immagine internazionale della città eterna e il suo
appeal turistico. Eppure non c’era bisogno della stampa internazionale per scoprire i mali di Roma. Quelli che ora la giunta-ter di Ignazio Marino dovrà cercare di affrontare in una sorta di missione impossibile ma irrinunciabile, che arriva proprio alla vigilia del Giubileo straordinario. Una nuova sfida che dal prossimo 8 dicembre e per quasi un anno porterà a Roma milioni di pellegrini. Oggi Roma ha il traffico più congestionato tra le grandi capitali occidentali, la raccolta dei rifiuti e il decoro urbano ai minimi termini, la manutenzione ordinaria di strade e parchi quasi inesistente, nonostante l’amministrazione comunale pletorica. Le grandi municipalizzate (a partire dall’Atac) sono in uno stato di coma finanziario e operativo e c’è uno squilibrio di fondo nei conti pubblici (nonostante il record delle imposte locali) che obbliga il Comune a un impegnativo programma di rientro dal deficit. E poi il nodo illegalità: quello portato alla luce dall’inchiesta Mafia Capitale, ma anche l’allarme per i clan locali che hanno infiltrato il litorale di Ostia e il clima di insicurezza diffuso in molti quartieri con gli insediamenti abusivi diffusi su un territorio enorme e non abbastanza controllato, le occupazioni nell’edilizia pubblica, il fai-date del commercio ambulante, i parcheggiatori illegali, le fermate centrali della metro e le stazioni nel mirino dei borseggiatori. Problemi storici di Roma e di competenza non solo del sindaco ma che, a detta di molti osservatori, si sono aggravati negli ultimi anni in una deriva aggravata dalla semi-paralisi ammini-strativa. Accentuati anche dallo stato di guerra strisciante che si è aperta nell’ultimo anno tra il Comune e i dipendenti pubblici (dagli autisti della metro, ai vigili, agli insegnanti comunali) quando l’amministrazione ha annunciato, su input del ministero del Tesoro, una revisione del salario accessorio in base a criteri di maggiore produttività. Finora era concesso a pioggia in base a vecchi accordi sindacali di stampo clientelare: gli agenti delle polizia locale percepivano l’indennità di maggiorazione notturna dalle 4 del pomeriggio, mentre ai dipendenti dell’Ama (l’azienda dei rifiuti) bastava presentarsi al lavoro per la metà del dovuto e non superare i 5 giorni di sospensione disciplinare per ottenere il premio. I macchinisti Atac (che stanno alla guida il 35% in meno dei loro colleghi milanesi) non dovevano neanche timbrare il cartellino e quando il primo luglio scorso l’azienda ha imposto loro di farlo è iniziato uno sciopero bianco della metro non ancora terminato. Gli ingressi-chiave nella nuova giunta riguardano proprio i Trasporti, assegnati al senatori Marco Esposito (già impegnato come commissario del Pd a Ostia dopo la scoperta delle infiltrazioni illegali) e il Bilancio, che comprende anche la delega al Personale, destinato al deputato Marco Causi, già in giunta negli anni di Veltroni. Il primo dovrà cercare di rimettere in carreggiata l’Atac (l’azienda trasporti in stato di fallimento) evitando che l’annunciata ricapitalizzazione da quasi 200 milioni venga inghiottita senza risultatati come le precedenti. E più in generale migliorare l’efficienza del trasporto pubblico in una città che ha il record europeo delle auto (71 ogni 100 abitanti contro le 45 di Parigi e le 39 di Londra) e del parcheggio selvaggio, con gravi problemi di mobilità che scoraggiano anche gli investimenti produttivi. Su questa strada Esposito dovrà misurarsi con la partita della metro C la nuova linea aperta con gravi ritardi e sprechi miliardari e che attende progetti e risorse per essere completata. Per Causi, che è anche vicesindaco, la battaglia per riassestare il bilancio e quello per rimotivare il personale comunale e rendere più efficiente la «macchina » oggi appesantita anche da un assenteismo superiore alla media. Incarico importante anche per Luigina Di Liegro, nipote di Luigi lo storico direttore della Caritas di Roma, che con la delega al Turismo si occuperà anche del Giubileo. Il terzo tentativo di Ignazio Marino passa anche dal recupero del decoro: oggi spazzatura, erbacce, scritte e manifesti abusivi caratterizzano il paesaggio urbano di Roma. La «Grande bruttezza» che finisce sui giornali esteri, al posto del Colosseo.