Lorenzo Dellai, ex presidente della Provincia di Trento, è una delle colonne della prima ora del progetto montiano. E ora sembra assistere con un filo di distacco e ironia all’arrivo della “pattuglia cattolica” nel Partito democratico: «C’è una grande differenza tra il Pd e noi. Bersani è costretto a presentare dei “nomi” per certificare che ci sono
anche i cattolici. I credenti del rassemblement che si riunisce intorno a Mario Monti sono invece parte integrante del progetto, ne rappresentano un elemento essenziale, imprescindibile, portante. Mi sembra una bella differenza...».
Insomma, lei vede un’operazione Pd di marketing?Non mi faccia dire cose che non penso. Mi limito ad affermare che mi sembra una operazione legittima, ma all’insegna del “corriamo ai ripari”. Tuttavia, quando abbiamo saputo delle persone coinvolte ne siamo rimasti contenti, sono personalità importanti e contribuiscono a una presenza plurale dei credenti in Parlamento. E tra l’altro sono state anche nella nostra orbita. Poi ciascuno sceglie dove stare liberamente, come accaduto al numero due della Cisl Giorgio Santini
(candidato con il Pd dopo essere stato a lungo considerato tra i capilista di “Scelta civica”, ndr).
Insomma, non vi sentite incalzati da Bersani...Per niente. Ci sono tanti esponenti cattolici nella nostra squadra, nomi autorevoli che avranno il privilegio di non sentirsi ospiti di nessuno. E di incidere sulle politiche concrete. Perché alla fine quello conta: non avere la “pattuglia dei credenti”, ma quanto incidono, cosa viene realizzato davvero ispirandosi alla tradizione del cattolicesimo. Nel Pd queste personalità avranno strumenti concreti per farsi sentire?
E allora, quale sarà il vostro contributo nell’azione di governo di un eventuale Monti–bis?Innanzitutto, completeremo l’agenda con una visione sociale che riequilibri la linea del rigore e del risanamento. Poi, riporteremo al centro del dibattito la buona politica, il rispetto delle istituzioni, lo stile della sobrietà. Sono valori che si sono persi negli ultimi anni, in cui la cosa pubblica è diventato un palcoscenico, uno show. C’è una cultura, quasi una filosofia cattolica delle istituzioni, che può ricostruire un tessuto nuovo.
Ma la grande prova, lo sa, è sui temi etici. Pure la vostra coalizione, penso a Fli, ha contraddizioni...Possiamo dire con sicurezza che i cattolici di “Con Monti per l’Italia” avranno un ruolo importante. Nel rispetto di tutte le opinioni e ispirandoci a una sana laicità, ci opporremo a qualsiasi banalizzazione su questioni che riguardano le convinzioni religiose e le fondamentali matrici culturali e antropologiche della società.