Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in Senato. - ANSA
Incassato l’impegno dell’Europa sui 209 miliardi di aiuti all’Italia (prima o poi arriveranno), il governo Conte accelera sulla nuova manovra. E pone le basi per quella d’agosto, la terza correzione dei conti consecutiva in appena 6 mesi nell’Italia travolta dalla pandemia. E nelle ore immediatamente precedenti il Consiglio dei ministri che è tornato a riunirsi mercoledì sera dopo la maratona europea di Bruxelles, è lievitato l’ammontare del nuovo scostamento del deficit che è stato approvato e che peggiora il bilancio dello Stato per il 2020: non più 18-20 miliardi, come preventivato finora, ma qualche miliardo: 25.
È un fiume di denaro pubblico che rende ancora più incalzante l’esigenza che arrivi una "copertura" da parte europea, ricorso al Mes o no che sia. Crescono le esigenze in un Paese che resta ancora, in molte sue parti, drammaticamente fermo rispetto al pre-virus. Per la quasi totalità i fondi saranno impiegati di nuovo in "misure-tampone". Rifinanziamento della Cig, la cassa integrazione da Covid, accompagnata però da un meccanismo di incentivi (e forse anche di penalità) per ridurre però le richieste di ammortizzatori sociali da parte delle aziende e accompagnarle al ritorno alla normalità, dopo la crisi di questi mesi. È la voce più consistente che il governo punta a finanziare nella nuova manovra che sarà presentata soltanto dopo il via libera delle Camere - è messo in calendario per mercoledì prossimo, 29 luglio - a questa ennesima richiesta di scostamento dei conti 2020.
L’asticella del nuovo deficit si è fissata alla fine a quota 25 miliardi di euro, confidando anche nella possibilità di recuperare già a inizio dell’anno prossimo svariati miliardi di spese già fatte per fronteggiare l’emergenza (è il meccanismo dell’anticipo previsto nell’accordo sul "Recovery Fund"). Per prendere la decisione Conte si è riunito con i capi delegazione dei partiti di maggioranza e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, anche per fare un punto sulle misure da mettere ancora in campo per traghettare il Paese fuori dall’emergenza. Sulla cifra da stanziare c’è tutto un ragionamento alle spalle: la corda del deficit è già stata tirata quasi al limite, in alternativa si è valutato di fermarsi adesso a 22 miliardi (per la manovra) garantendosi comunque già oggi un "cuscinetto" di altri 3 miliardi, da utilizzare da qui a dicembre per far fronte a ulteriori emergenze che si manifestassero.
Oltre alla proroga della "Cig da Covid" (potrebbero essere ben 18 settimane questa volta, non per tutti ma legate ai cali di fatturato delle imprese) il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha confermato che l’esecutivo pensa a introdurre subito anche meccanismi di incentivo alle assunzioni, probabilmente sotto forma di decontribuzione. Allo stesso tempo il vice di Gualtieri, Antonio Misiani, ha spiegato che si sta pensando anche a «incentivi alle imprese che riportano al lavoro i dipendenti in cassa integrazione, perché la via maestra non può essere la cassa all’infinito». Nel "pacchetto lavoro" dovrebbe trovare spazio anche la proroga dello stop ai licenziamenti dopo il 17 agosto (legata alla proroga della Cig), delle indennità di disoccupazione e del lavoro agile da casa anche nel privato, fino alla fine dell’anno. Altre risorse andranno a Comuni e Regioni e alle scuole. Novità delle ultime 24 ore, confermata sempre da Gualtieri, è la volontà di alleggerire il peso delle tasse (di marzo, aprile, maggio) rinviate a settembre in pieno lockdown. Si tratta di circa 13 miliardi di imposte che saranno «ridotte in via significativa». Si pensa ad almeno 4 miliardi da cancellare, come ulteriore contributo alle imprese in affanno, mentre il pagamento del saldo verrebbe rimodulato con l’allungamento delle rate. Gualtieri ha anche dato le cifre sugli aiuti maggiori finora concessi: siamo a «quasi 5 miliardi di contributi a fondo perduto alle aziende in difficoltà e 5 miliardi di bonus agli autonomi, che si stanno completando con ulteriori erogazioni per 1,5 miliardi».
Sullo sfondo resta poi l’obiettivo, dichiarato, della riforma del Fisco dal 2021. C’è il tema dell’assegno unico universale per le famiglie con figli da 0 a 21 anni, divenuto ormai inderogabile dopo il primo sì della Camera. Per il mondo degli autonomi dovrebbe esserci, invece, l’addio all’attuale meccanismo di acconti e saldi per passare a pagare "per cassa", cioè mese per mese in base a quanto guadagnato.