Una casa distrutta a Petrinja - Nello Scavo
Per tutta la mattinata i volontari, la protezione civile, i vigili del fuoco e i soccorritori da diversi Paesi europei avevano mappato i cumuli di macerie ordinatamente disposti fuori dagli edifici crollati il 29 dicembre. Nei prossimi giorni sarebbe infatti cominciato lo sgombero dei calcinacci, per far posto alla messa in sicurezza in vista della ricostruzione. Ma ancora una volta una violenta scossa ha fatto tremare i Balcani del Nord, propagandosi fino al Friuli e all’Austria, dove il nuovo evento sismico è stato avvertito distintamente poco dopo le 18.
Al lavoro per fare il possibile - Nello Scavo
Epicentro ancora una volta nei pressi di Petrinja, la cittadina devastata al termine del 2020. Poche ore fa i palazzi già in rovina sono implosi, travolgendo numerose persone, tra cui un bambino poco dopo estratto vivo e lievemente ferito nel crollo di uno degli edifici già pericolanti sulla via principale di Petrinja.
Secondo il German Research Centre for Geosciences (Gfz), che aveva riferito di una magnitudo 5,6, il sisma è stato di 4.8 sulla scala Richter e l’epicentro è stato localizzato a dieci chilometri di profondità. Il 2 gennaio era stato celebrato il lutto nazionale per i sette morti di quattro giorni prima. Anche oggi i danni maggiori sono stati registrati nei centri abitati di Petrinja, Sisak, Glina, Majske Poljane e altri villaggi vicini.
I soccorritori stanno cercando di liberare alcune auto travolte dai crolli. I mezzi erano stati parcheggiati pochi minuti prima da alcuni commercianti che avevano ricevuto il permesso di accedere nelle proprie attività semidistrutte per recuperare effetti personali e prodotti rimasti integri.
Palazzi già lesionati il 29 dicembre sono implosi con la nuova scossa di oggi - Nello Scavo
Alcuni di loro li abbiamo visti pochi minuti prima della nuova scossa proprio mentre liberavano i locali insieme ai numerosi vlonari giunti da tutta la Croazia. Ora si teme che proprio essi possano essere rimasti intrappolati insieme ad alcuni dei soccorritori che li accompagnavano.
Il calare della notte e l’interruzione dell’elettricità rende più difficili gli interventi che negli ultimi giorni si erano rivolti principalmente all’assistenza degli sfollati.
In molti degli edifici crollati si stavano svolgendo ispezioni della Protezione Civile per stabilire la gravità delle lesioni subite e il tipo di interventi da preventivare. Ad oggi sono oltre 21mila le richieste di sopralluogo, e in media il 25% di tutti gli immobili ispezionati risultano inagibili. Dopo il nuovo terremoto di questo pomeriggio, però, le percentuali andranno riviste al rialzo.
Molti dei residenti rimasti senza casa non intendono però lasciare i villaggi. In gran parte si tratta di contadini e allevatori che non possono abbandonare il bestiame. Dal 29 dicembre c’è chi vive in macchina, in tenda o nelle roulotte. Ora il timore è che il bilancio e i progetti di ricostruzione debbano essere interamente rivisti.
lI sindaco di Petrinja, comunque, sta disponendo l’evacuazione di gran parte dei 25mila residenti poiché nessun edificio al momento può essere definito con certezza come agibile.