La scuola al tempo del Covid - Fotogramma
Continua a far discutere l’ipotesi di prolungare l’anno scolastico fino alla fine di giugno, avanzata dal presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, durante le consultazioni con i partiti per la formazione del nuovo governo. Il nodo principale resta come “incastrare” gli esami di terza media e la Maturità in un eventuale allungamento dei giorni di lezione, per recuperare le ore perdute a causa della pandemia. «Ma la scuola è comunque andata avanti, in presenza nel primo ciclo e a distanza alle superiori», rivendica la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, che invita «a non fare di tutta l’erba un fascio». «Il tema del recupero degli apprendimenti esiste e siamo pronti a discuterne – rilancia Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc-Cgil – ma la soluzione non può essere il prolungamento generalizzato del calendario, che appare una soluzione semplice ad una situazione invece complessa e variegata». Anche per Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, «definire tempo perso il lavoro svolto durante questo difficilissimo anno pandemico significa partire con il piede sbagliato».
L’idea di allungare di qualche settimana l’anno scolastico, non piace nemmeno ai ragazzi che, con Luca Ianniello, referente della Rete degli studenti, la definiscono «una proposta fuori luogo: non abbiamo fatto un anno di vacanza», ricorda il rappresentante degli alunni. Che, invece, promuove l’ipotesi di fare tamponi rapidi agli studenti e vaccini a tutto il personale scolastico: «Va nella giusta direzione».
In attesa che venga svelato il nome del nuovo ministro dell’Istruzione (il candidato più accreditato pare essere Patrizio Bianchi, già assessore regionale in Emilia Romagna e a capo della task force voluta la scorsa primavera dall’ex-ministra Lucia Azzolina), gli studenti chiedono di conoscere le modalità della Maturità 2021. Visti i tempi stretti, sembra probabile che sia confermato il “modello” dell’anno scorso, con soltanto un maxi-orale. Non è escluso, però, che il nuovo governo voglia recuperare almeno lo scritto di Italiano, oltre alle prove Invalsi.
Infine, può ripartire il concorso straordinario per l’immissione in ruolo dei docenti delle secondarie che abbiano insegnato almeno tre anni. Il via libera è arrivato dal Comitato tecnico scientifico al termine della riunione di ieri. Gli esperti hanno dunque autorizzato lo svolgimento delle ultime quattro prove che erano rimaste sospese e che si terranno il 15, 16, 18 e 19 febbraio. I posti complessivi sono 32mila.