sabato 29 novembre 2014
Tre votazioni distinte, da domenica la palla passa al Senato. La minoranza Pd questa volta si allinea.
La Ue promuove con riserva la manovra
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​La Camera ha votato la fiducia al governo sulla legge di stabilità. I deputati si sono trovati di fronte a tre votazioni distinte su altrettanti articoli in cui il provvedimento è stato spacchettato, assicurando in tutte e tre le richieste il pieno sostegno al governo.Domenica mattina Montecitorio si troverà di nuovo riunito per dare il via libera al testo in sé, così come modificato dalla Commissione Bilancio. Il week end è dunque di pieno lavoro e rappresenta, secondo Matteo Renzi, "un bel messaggio" per tutto il Paese che lavora.Dalla prossima settimana il testo approderà dunque al Senato dove sono ancora molti i nodi da sciogliere. Innanzitutto la partita fiscale, dagli aggiustamenti sull'Irap a quelli sui minimi e le partite Iva. Il governo dovrà inoltre prendere una decisione sulla tassazione dei rendimenti dei fondi pensione e della rivalutazione del Tfr. La questione, alquanto spinosa e tuttora irrisolta, è stata rimandata al Senato proprio per avere più tempo di analisi e di confronto tra chi all'interno dell'esecutivo (e soprattutto a Palazzo Chigi) vorrebbe mantenere l'aumento previsto dal ddl così com'é, cioè al 26%, e chi invece, considerando i fondi pensione non come una renditama - appunto - come un trattamento previdenziale, punterebbe adattutire l'incremento.  Sul tavolo c'è poi il nodo casa. Ncd continua a farne uno dei suoi cavalli di battaglia, chiedendo a gran voce, e in alcuni casi promettendo, una risistemazione dell'attuale sistema di tassazione. Il governo è fortemente intenzionato a raggiungere una semplificazione distinguendo nettamente, con la local tax, i due livelli di tassazione: comunale e centrale. L'accorpamento di Imu e Tasi porterebbe infatti con sé anche un trasferimento ai Comuni del gettito Imu sugli immobili di categoria D (i capannoni) e allo Stato dell'addizionale Irpef, che andrebbe così a "ricongiungersi" con l'imposta sul reddito. Un fattore questo tecnicamente complesso, considerando soprattutto il fatto che nelle intenzioni del governo la nuova tassa dovrà essere introdotta ad assoluta parità di gettito, non facendo quindi pagare agli italiani nemmeno un euro in più. Per le aliquote dovrebbe essere previsto un range compreso tra il 2,5 e il 5 per mille per la prima casa e tra l'8 e il 12 per mille sulla seconda. Per le detrazioni si partirebbe invece da 100 euro.   Al Senato si dovrà inoltre affrontare anche la partita Regioni, cercando di alleggerire l'impatto della spending review da 4 miliardi imposta dal governo e dovrà essere trovata una soluzione per i dipendenti delle province. Possibile infine che, dopo il caso vaccini anti-influenzali, la legge di stabilità diventi anche il veicolo per ridurre i tempi e porre sanzioni stringenti sulla farmaco vigilanza.
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