Ricerca in valanga - Cnsas
Dopo la “tregua” autunnale, con l'avvio della stagione dello sci e delle ciaspolate un altro periodo di duro lavoro attende i tecnici e i volontari del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnsas), da 70 anni presidio di sicurezza in montagna ma anche nelle più svariate situazioni di crisi, dove è richiesta la capacità di operare in ambiente impervio. In questi sette decenni il Soccorso alpino è diventato un punto di riferimento irrinunciabile per le migliaia di alpinisti e appassionati della montagna, che sanno di poter contare, in caso di necessità, sull'assistenza competente e generosa di uomini e donne preparati e appassionati. Un aiuto di cui, però, non è corretto abusare. Perché, se è vero che il Soccorso parte a tutte le ore del giorno e della notte, è altrettanto corretto dire che prima di mettersi in moto per un'escursione è necessario autovalutare le proprie capacità in relazione all'itinerario prescelto. Per non mettersi nei guai e, soprattutto, non mettere in pericolo gli stessi soccorritori, molti dei quali, in questi anni, hanno purtroppo perso la vita proprio in occasione di interventi o durante le attività di addestramento.
In parete - Paolo Manca
Da 139 a 232mila interventi
Fondato nel 1954, il Cnsas ha iniziato la sua attività con 139 interventi che hanno portato soccorso a 153 persone e consentito il recupero di 57 deceduti. A settant'anni di distanza il bilancio complessivo delle operazioni ha raggiunto la cifra impressionante di 232.551 interventi, un dato che, si legge in una nota, «riflette non solo l'intensificazione delle attività, ma anche l’evoluzione tecnologica e organizzativa del Corpo a livello territoriale, dal nord al sud Italia».
Il soccorso arriva dal cielo - Cnsas
Picco di chiamate negli ultimi dieci anni
Negli ultimi dieci anni, il numero degli interventi ha eguagliato i volumi registrati nei sessant’anni precedenti, a riprova del crescente ruolo del Soccorso alpino nell'ambito degli interventi di soccorso in ambiente montano, ipogeo e impervio. L’operato del Corpo, in questi 70 anni, ha permesso di soccorrere complessivamente 248.096 persone, suddivise in 81.184 illesi, 145.881 feriti di diversa gravità e 18.483 deceduti recuperati. Nonostante l’impegno incessante degli operatori, 2.538 persone risultano disperse o scomparse, dopo innumerevoli giornate di ricerca che testimoniano la dedizione del Cnsas.
Soccorso durante l'alluvione - Cnsas
Il «grazie» di papa Francesco
In questa giornata speciale, il Soccorso Alpino e Speleologico verrà inoltre insignito presso la Prefettura di Milano della Medaglia d’Oro al Merito Civile della Repubblica Italiana, un prestigioso riconoscimento che premia il valore, il sacrificio e l'impegno dimostrato dal Corpo in settant’anni di attività al servizio della collettività. Un messaggio di auguri agli uomini e alle donne del Corpo è giunto anche da papa Francesco, inviato tramite il Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, sottolineando la stima e il rispetto che il Cnsas ha saputo guadagnare nel corso degli anni. A impreziosire ulteriormente questa celebrazione, sabato 7 dicembre 2024, il Comune di Belluno ha conferito al Corpo la cittadinanza onoraria. «Questo importante gesto simbolico - prosegue la nota - riconosce ancora una volta l'indissolubile legame tra il Corpo e il territorio montano. Un anniversario che non rappresenta solo un momento di celebrazione, ma anche un rinnovato impegno da parte del Soccorso Alpino e Speleologico a proseguire il proprio lavoro con la stessa dedizione, guardando al futuro con fiducia e determinazione, migliorando costantemente le proprie competenze per affrontare le sfide che la montagna e i contesti impervi pongono ogni giorno al nostro Paese».