Con l'impugnativa che ha demolito la
manovra finanziaria della Regione siciliana "si è rotto il
patto di coesione sociale che vige dal 46 tra lo Stato e
l'autonomia siciliana". Lo afferma riferendo in Aula all'Ars il
governatore Rosario Crocetta che prova un contrattacco dopo le
pesanti censure del commissario dello Stato: "Con questa
finanziaria -sostiene- abbiamo fatto un' ulteriore operazione
di trasparenza avviata negli ultimi due anni, ma non è stata
premiata. Si abbatte con questa impugnativa un criterio di
rigore, inventandosi l'incostituzionalità di alcune spese da
parte del commissario dello Stato, lo stesso Commissario che
aveva negli anni passati giudicate costituzionali norme che
avevano prodotto in modo criminale un disavanzo di oltre un
miliardo". Crocetta parla di "sciacallaggio", e accusa: "Si
vuole smantellare la spesa sociale".Con l'impugnativa della
finanziaria e il blocco della spesa "si sta uccidendo la Sicilia
e la sua autonomia". Lo ha detto il presidente della Regione
siciliana, Rosario Crocetta, replicando al commissario dello
Stato, Carmelo Aronica, che ha impugnato il 70% della manovra
finanziaria, bloccando tutte le norme di spesa, pari a 500
milioni di euro, confluiti automaticamente nel fondo a garanzia
dei residui attivi, crediti difficilmente esigibili. Da questa impugnativa emerge la
rottura storica del patto sociale Stato-Regione siciliana nel
'46. Se fosse accaduto in Lombardia, Bossi avrebbe organizzato
un referendum per la secessione e sarebbe stato applaudito dalla
classe dirigente". Lo dice il governatore della Sicilia, Rosario
Crocetta, parlando con i cronisti a Palazzo dei Normanni,