martedì 4 settembre 2018
Un censimento dettagliato e l’allontanamento di chi occupa illegalmente un edificio. Il ministero scrive ai prefetti e chiede ai Comuni alloggi alternativi solo per le situazioni più fragili
Un momento dello sgomberto di un'ex cartiera, occupata abusivamente in via Assisi a Roma (Foto Archivio Ansa)

Un momento dello sgomberto di un'ex cartiera, occupata abusivamente in via Assisi a Roma (Foto Archivio Ansa)

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Massima tempestività nell’esecuzione degli sgomberi. Questo il giro di vite contro le occupazioni abusive di immobili, deciso dal Viminale con una circolare firmata da Matteo Piantedosi, capo di gabinetto del ministro Matteo Salvini, e indirizzata ai prefetti in cui si chiede un censimento degli abusivi da presentare entro fine mese. Il ministero chiede di effettuare gli sgomberi e poi, di valutare e prendersi carico delle situazioni di fragilità, ovvero di famiglie con bambini, anziani e persone malate. La circolare ha subito messo in allarme i sindaci che chiedono «che lo sgombero venga fatto in maniera pianificata», cercando prima soluzioni alternative, come prevede la legge. Mancano gli alloggi pubblici per chi non può permettersi di rivolgersi al privato. E fra appartamenti sfitti - che devono essere messi a norma - e lunghe liste d’attesa, spesso le famiglie sono costrette a vivere in auto.

Censimento delle famiglie e sgomberi tempestivi. È il pugno duro di Salvini contro chi occupa, illegalmente, appartamenti ed uffici senza averne il diritto. Ma la stretta parte senza alcuna tutela preventiva per chi subisce il provvedimento messo nero su bianco da una lettera firmata dal capogabinetto di Salvini, Matteo Piantedosi, e destinata a tutti i prefetti. Un documento che, per il suo contenuto, cancella i precedenti e scavalca persino le leggi vigenti in materia. «Chi occupa abusivamente case private e alloggi popolari va buttato fuori senza che il sindaco sia costretto a fornire un’alternativa» ha spiegato il ministro degli Interni. Ed è subito bufera.

L’Unione inquilini ha definito la direttiva sugli sgomberi «socialmente aberrante» e, ha precisato il segretario nazionale dell’associazione, Massimo Pasquini, «rappresenta una polpetta avvelenata per Comuni e Regioni». Per il Sicet (Sindacato Inquilini Casa e Territorio, che si muove nell’area Cisl e Acli) «bisogna distinguere tra gli abusi veri e propri, che vanno giustamente perseguiti, e le situazione di disagio sociale dovute alla povertà e alla storica carenza di politiche pubbliche per la casa». «Il principale limite della circolare – sostiene il segretario nazionale del Sicet, Nino Falotico – è che manca una sede preventiva di confronto sia con le organizzazioni degli inquilini sia con gli enti locali, con il rischio concreto di scaricare proprio sui Comuni gli effetti delle operazioni di sgombero non adeguatamente ponderate». Insomma, il rischio è che, applicando il provvedimento si scateni il caos, soprattutto nelle città metropolitane dove la sicurezza nelle periferie è diventata un’emergenza quotidiana.

Su questo fronte non risparmia critiche il sindaco di Bari, Antonio Decaro, intervenuto come presidente nazionale dell’Anci (Associazione nazionale dei comuni d’Italia): «Una circolare non può cambiare una norma, e cioè il decreto legge 14 del 2017 che regola l’esecuzione degli sgomberi – ha dichiarato Decaro – e stabilisce che nel Comitato metropolitano vada fatta la concertazione tra comuni, forze dell’ordine e Regione per il piano di abitazioni alternative, soprattutto per tutelare soggetti vulnerabili e chi ne hanno diritto. Adesso invece si dice che la prefettura può ordinare lo sgombero di un edificio e, in un secondo tempo, il Comune ha il compito di trovare dove mettere chi è in condizioni di fragilità. Ancora una volta, i sindaci vengono lasciati da soli, e si rischia di lasciare la gente per strada, come accaduto a Roma in via Curtatone» conclude il presidente dell’Anci.

«Sconcerto e perplessità » viene espressa dal presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi, il quale rileva come nel nuovo scenario disegnato dal Viminale il ruolo previsto per questa figura professionale, che dovrà provvedere al censimento degli “illegali” «si avvicini molto a quello dell’agente di pubblica sicurezza, elemento del tutto incompatibile con i principi della professione e dal suo codice deontologico». Assistenti sociali come poliziotti. Gazzi auspica l’immediato coinvolgimento anche del Garante nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza e dell’Anci.

Secondo il Sunia, l’organizzazione che riunisce gli inquilini privati e gli assegnatari di edilizia pubblica, «la vera emergenza sulla quale il governo non dice una parola è la mancanza di un piano di edilizia sociale per dare soluzione al disagio». «Dove sono le soluzioni alloggiative richiamate dalla circolare per sistemare le fragilità che – ha affermato il segretario del Sunia, Daniela Barbieri – dovrebbero essere sgomberate dalle occupazioni degli stabili privati? Quali sono le politiche abitative del governo? ». Silenzio totale.

Pure sul fronte politico è scontro aperto. Il Pd bolla la circolare di Salvini come una «follia». Il presidente Matteo Orfini ha ricordato che «per la nostra Costituzione la casa è un diritto ». E se ci sono situazioni di illegalità da parte di migliaia di persone che vivono in edifici abbandonati da tempo, «vanno sanate», ma non come sta facendo questo governo. Critico anche Paolo Cento, di Liberi e Uguali, secondo il quale «il provvedimento sugli sgomberi degli edifici occupati dai senza-casa rischia di aprire una nuova stagione di tensioni sociali e metterà migliaia di famiglie in mezzo alla strada ». Sostegno a tutela dei proprietari degli immobili arriva invece dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Il problema va affrontato con urgenza e se il governo assumerà iniziative in questa direzione, le condivideremo invitandolo a fare proprie le proposte che Fi ha avanzato e condiviso con Confedilizia».

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