domenica 3 aprile 2016
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ROMA la prima volta che Renzi ammette di sentirsi sotto assedio. Anzi, «sotto attacco», confida ad altissima voce ai giovani di 'Classe dem', la scuola di formazione del Pd. Ma la reazione non è di paura. Anzi è sfrontato come mai, il premier: «Risponderemo punto per punto. Il punto non sono le amministrative e nemmeno il referendum del 17 aprile. Il punto è che se la Camera, come credo, il 12 aprile approverà in sesta lettura le riforme costituzionali e a ottobre ci sarà il referendum confermativo, a quel punto la 'santa alleanza' di tutti coloro che sono contro di noi e contro il cambiamento sarà spazzata via». Spazzati via: proprio così, dice Renzi. E al-È lora ben vengano le mozioni di sfiducia al governo, sembra avvertire il premier. Oltre a quella M5S, ci sarà anche un testo unico contro il governo di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, presentato alla Camera. Però i grillini non voteranno quella del centrodestra. «Andremo in Parlamento, spero il prima possibile – prende atto il premier nella sua 'e-news', mandata di mattino dopo il rientro dagli Usa –. E ancora una volta il Parlamento potrà mandarci a casa, se vorrà. Ma non credo succederà neanche stavolta. Perché le opposizioni sanno che l’unico modo per molti di loro di restare aggrappati a una poltrona comoda e ben pagata è che questa legislatura vada avanti: con la nuova legge elettorale e la nostra riforma costituzionale molti di loro non rientrerebbero in Parlamento nemmeno con le gite scolastiche, molti deputati delle opposizioni proveranno l’ebbrezza di tornare a lavorare. Dunque faranno ancora qualche piccolo show in Aula. E poi torneranno alle loro cene romane a fantasticare su nuovi complotti». Mai sentito Renzi così agguerrito. D’altra parte se il Pd ha deciso di querelare Grillo per le sue parole sul caso-Guidi vuol dire che in aula lo scontro è destinato a salire. «E i soldi del risarcimento andranno ai circoli », scherza il premier. Ma la domanda è: nella «santa alleanza» di chi «non vuole cambiare» e «vuole restare attaccato allo scoglio» di questa legislatura c’è anche la sinistra dem? Sì e no, Renzi lascia il beneficio del dubbio. Però l’ira giunge sino alla minoranza: «Correnti? Macchè. Ormai sono spifferi. Anzi degli spifferucci che stanno insieme più per le convenienze che per le idee». È l’antipasto della direzione di domani, alla quale, paradossalmente, proprio la decisione delle opposizioni di presentare mozioni di sfiducia al governo ha tarpato le ali. Giocoforza, l’intero Pd sarà costretto a respingere l’assalto di M5S e centrodestra. Però la vera sfida del premier è resistere agli assalti senza cedere sulla linea politica, compreso il pragmatismo sulle vicende economiche e il garantismo sulle vicende giudiziarie. Quindi «Guidi ha fatto un errore con quella telefonata», ma l’emendamento in questione era giusto perché sbloccava investimenti. «Chi ruba va a casa, anzi in carcere. Ma chi ruba lo decide una sentenza, non i tribunali sulla piazza », insiste il premier. E quanto alle trivelle e al referendum del 17 aprile, la sua posizione non cambia: «Si può discutere sul non fare impianti entro le 12 miglia, ma credo sia giusto mantenerli in funzione dove ci sono. L’Italia è leader nel mondo dell’energia – dice riprendendo i contenuti della sua visita negli Usa –. Il futuro dell’energia nei prossimi 20 anni passerà tutto dalla tecnologia e un partito di sinistra è curioso, non ha paura del futuro». In ogni caso la situazione politica obbligherà Renzi a passare un po’ di giorni a Roma. Domani l’attesa direzione Pd, con a tema le amministrative e il referendum del 17. Martedì, poi, torna il 'Matteo risponde', il vecchio 'filo diretto' su Twitter e Facebook che il premier utilizzava molto a inizio mandato. Segno che ha bisogno di tornare ad 'annusare' il clima nel Paese per capire se la «santa alleanza» dei suoi nemici sta facendo breccia nel Paese. Specie in vista del referendum costituzionale di ottobre. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’affondo
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