giovedì 16 gennaio 2020
Vicepresidente della Camera e fondatrice dell’associazione Voce Libera: al centro natalità e patto per le donne. Italia sia capofila Onu contro maternità surrogata
Mara Carfagna, deputato di Forza Italia

Mara Carfagna, deputato di Forza Italia - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Non sono pochi gli addetti ai lavori che vedono in lei uno dei leader di un eventuale quarto polo, un 'polo del buon senso' alternativo e autonomo rispetto a sinistra, pentastellati e sovranisti, in particolar modo alla luce di una eventuale legge elettorale proporzionale. Mara Carfagna ne è consapevole e fa di tutto per svincolarsi: «Il polo del buon senso l’abbiamo già visto, era il buon governo del centrodestra in cui la componente liberale, moderata, popolare e cattolica era decisiva per dare stabilità, credibilità e competenza all’intera coalizione. È evidente – prosegue l’ex ministro del governo Berlusconi – che oggi i rapporti di forza nel centrodestra sono radicalmente cambiati. Ma se sono scesa in campo con la mia associazione, Voce Libera, è proprio perché non mi rassegno a una Forza Italia al 7%. Allo stato attuale la destra, da sola, rischia di fare la fine di Marine Le Pen in Francia: grandi consensi, ma alla larga dal perimetro del governo. O rischia di lanciarsi in improbabili alleanze, come quella che abbiamo visto tra Lega e M5s: zero risposte al Paese, tanta propaganda ed estenuante gara a chi prende più ' like' sui social».

Conferma dunque di restare saldamente nel centrodestra? Smentisce le voci che la danno in un futuro fronte moderato insieme a Renzi e Calenda?
Il Paese ha bisogno del centrodestra, non di alchimie. E dentro il centrodestra, ha bisogno di una Forza Italia che non sia relegata al ruolo di terza forza indebolita e a traino delle altre due. Voglio portare benzina in Fi. E soprattutto competenze, tante competenze. Persone come Cottarelli, Brambilla e molti altri che non prenderebbero mai una tessera di partito, ma che possono dare un contributo significativo. Non mi rassegno alle percentuali delle ultime votazioni. Con 'Voce Libera' voglio parlare al mondo civico, al volontariato, alle associazioni. Se rinunciamo ad avere una presenza moderata significativa nel centrodestra, lasceremo campo a una politica parolaia che alimenta la paura e la protesta, metteremo definitivamente al bando la politica che studia i dossier e siede con credibilità ai tavoli europei e internazionali. Ma la protesta lascia detriti e, lo abbiamo visto, non assicura un governo stabile.

Non vede queste caratteristiche di maggiore stabilità (almeno dal punto di vista europeo e internazionale) nel governo e nell’attuale maggioranza?
Vedo l’esatto contrario, una fragilità assoluta, sia nel contesto internazionale sia nel contesto interno. E constato che questo governo e questa maggioranza pensano alla legge elettorale, ai referendum, a vincere in Emilia Romagna, a 'perdere bene' in Calabria, e poi a fare gli accordi in Campania, in Puglia... Questioni che non interessano minimamente agli italiani e che però determinano uno stallo permanente. Il risultato è che vengono messi da parte i grandi temi e le questioni di mediolungo termine, perché tutto è annullato dalla scadenza elettorale più immediata. Oggi mi sento impegnata a mettere in campo proposte e idee su cui ritengo che si debba lavorare da subito per il bene del Paese.

Un’agenda bipartisan? Su quali temi?
Non ci sono le condizioni per un’agenda bipartisan: un governo con due soci che litigano su tutto non può certo confrontarsi con altri. La mia ambizione è scuotere l’immobilismo politico indicando temi concreti e urgenti, a cominciare da un piano d’azione per le donne, un women’s act. E il contrasto alla denatalità. Abbiamo cinque proposte di legge già depositate.

Di che proposte si tratta?
La prima, sulla quale potremmo davvero convergere tutti, serve a liberare il genio delle donne, consentendo a chi esce dalle superiori di accedere con borse di studio ai corsi di laurea che hanno prospettive occupazionali migliori, quelli scientifici e tecnologici. Se non recuperiamo posizioni nell’occupazione femminile, il Paese non crescerà mai come potrebbe. Proponiamo inoltre un credito d’imposta di 3 anni per le assunzioni di donne a tempo indeterminato, l’obbligo di pubblicazione da parte delle imprese dei dati sui salari per incentivare la parità retributiva, la creazione di una prestazione unica di sostegno alle madri lavoratrici che assorba bonus ora frammentati, una 'Quota mamma' che consenta alle lavoratrici di scontare dall’età per la pensione un anno per ogni figlio.

Intanto cresce nel Paese la sensibilità contro la pratica dell’'utero in affitto'. Lei già si è esposta in passato. Si può dare uno slancio definitivo a questa battaglia?
Quando i cittadini sono messi in condizione di capire di cosa si parla, sono in grado di farsi un’idea ben precisa. Gli italiani hanno capito che l’'utero in affitto' si fonda su donne schiavizzate perché in condizione di bisogno, bambini venduti e comprati e società che fanno affari d’oro. Chi è per le donne, per i bambini e contro queste lobby d’affari non dovrebbe aver alcun dubbio nello scegliere da che parte stare. Il centrodestra ha una posizione chiara, la sinistra molto meno. In ogni caso in Italia questa pratica è reato e chi la agevola e la pubblicizza può e deve essere perseguito. Mi auguro che il nostro Paese si faccia capofila di un’iniziativa in sede Onu per una messa al bando globale, come per la campagna contro le mutilazioni genitali.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: