mercoledì 5 agosto 2015
​Nel testo anche norme che riguardano l'Ilva: non si potrà bloccare l'attività d'impresa anche nel caso di sequestro giudiziario.
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L'Aula del Senato approva il decreto in materia di fallimentare e giustizia civile (decreto legge fallimenti) con 159 sì e 104 no. Il provvedimento, già licenziato dalla Camera il 24 luglio scorso, diventa legge. Il decreto legge approvato contiene pure alcune norme originariamente presenti nel decreto legge Ilva Fincantieri. Si stabilisce infatti che il sequestro di beni d'impresa non può bloccarne l'attività, se l’azienda in questione ha un’importanza rilevante dal punto di vista nazionale.  Cosa cambia per l’Ilva La norma "salva-Ilva" inserita nel decreto legge Fallimenti, approvato in via definitiva dal Senato, prevede la prosecuzione dell'attività d'impresa nel caso di sequestro giudiziario. In sostanza stabilisce che nei casi di aziende di rilevanza strategica nazionale, sottoposte a provvedimenti cautelari da parte della magistratura, non venga impedita la prosecuzione dell'attività. L'azienda è però chiamata a presentare entro 30 giorni un piano con nuove misure a difesa della sicurezza del lavoro. Le nuove norme garantiscono così il funzionamento a pieno regime dell'altoforno 2, sequestrato dalla magistratura dopo un incidente mortale di un operaio, ma mai spento. Intanto domani riapre anche l'altoforno 1, chiuso da dicembre 2012 per motivi ambientali e per manutenzione straordinaria. "La strada maestra, se vogliamo tenere insieme lavoro e ambiente, è applicare tutto quello che l'Aia prevede in termini di miglioramento ambientale non trascurando la tenuta occupazionale", ha dichiarato Mimmo Panarelli, segretario generale Fim Taranto-Brindisi. Il commento del ministro della Giustizia Andrea Orlando "Questo provvedimento risponde all'esigenza di rendere le procedure fallimentari più celeri e trasparenti. E comporta una riqualificazione e un aumento del personale amministrativo. Si prevede un grande efficientamento del sistema della giustizia civile". Il ministro della Giustizia Andrea Orlando commenta così, con i cronisti, il decreto in materia di fallimentare e giustizia civile appena approvato dall'Aula del Senato. Si tratta di un provvedimento "importante - aggiunge il Guardasigilli - che inciderà in maniera significativa anche sull'organizzazione degli uffici giudiziari". "Oggi con questo testo - prosegue - abbiamo dato una risposta non esaustiva, ma importante ai vari problemi del settore. Ed è il più grande intervento, da un quarto di secolo, di riqualificazione del personale di cancelleria". Rispondendo alle critiche sollevate in Aula dal M5S secondo le quali il testo conterrebbe "l'ennesimo regalo alle banche", Orlando respinge ogni accusa dicendo, tra l'altro, che il provvedimento "va esattamente nella direzione sostenuta e indicata dall'unione europea". Si punta alla "solidità del sistema creditizio", afferma, ma senza che si pregiudichino imprese e cittadini, come sostenuto dai 5 Stelle, perché "si riconoscono nuove garanzie anche per i creditori". Per quanto riguarda, poi, l'informatizzazione del sistema civile, il ministro della Giustizia, sottolinea come l'Italia sia ormai "all'avanguardia a livello mondiale". Ma è sulla trasparenza delle procedure fallimentari, insiste, che il "passo avanti" diventa evidente soprattutto grazie alla previsione del "portale unico" sui fallimenti.
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