Cosa accade a scuola? Qual è il vissuto quotidiano di nove milioni di studenti, e degli insegnanti e dirigenti ai quali è affidato il difficile e meraviglioso compito dell’educazione? Ogni giorno «accade» qualcosa, ogni giorno c’è una notizia, anche se nella vulgata mediatica dominante diventa «notizia» soprattutto ciò che appartiene al dibattito sindacal-politico: le vertenze dei docenti, gli scioperi e le occupazioni degli studenti, il dibattito sulle riforme.... Inutile negare che stiamo parlando di un gigante malato, e che le sue patologie non sono poche: cattedre che all’inizio dell’anno restano immancabilmente vuote, insegnanti sottopagati rispetto al compito che svolgono (gli stipendi sono inferiori del 40 per cento rispetto alla media europea), classi sovraffolate, carenze strutturali e organizzative arcinote e onnipresenti. La scuola è fatta anche di assenze che pesano: 195mila giovani (il 31 per cento del totale) hanno abbandonato le superiori nel 2010. Ma questo carico di problemi non basta a fermare il cammino della più grande comunità di studio e di lavoro che c’è in Italia. Di questo cammino vogliamo essere osservatori curiosi e interessati, scoprendo e raccontando le tante iniziative innovative, i progetti educativi, gli esempi di collaborazione con il territorio e con le imprese. Tutti mattoni di una casa piena di guai ma che ogni anno viene costruita seguendo quell’irriducibile tensione al positivo che abita nel cuore dell’uomo. E di questi mattoni vogliamo dare conto con l’aiuto dei protagonisti dell’avventura educativa: i giovani innanzitutto, e con loro insegnanti, dirigenti. Coloro che ogni giorno possono dire
«la scuola siamo noi».Per questo inauguriamo uno spazio che periodicamente ospiterà brevi contributi scritti da loro e che sarà presente sia sulle pagine di
Avvenire sia nel sito Web e nei nostri canali Facebook e Twitter, anche con materiale multimediale. È un piccolo-grande contributo per illuminare quel vissuto quotidiano che solitamente rimane nell’ombra. E per allargare lo sguardo troppo spesso ridotto e riduttivo con cui il mondo dei media guarda a quel grande laboratorio di umanità chiamato scuola.