Mezza svolta sulla scuola: il governo (ci saranno Giannini, Delrio, Madia e Boschi) oggi vedrà i leader di Cgil, Cisl e Uil. Un tentativo estremo per superare il gelo che trova forza nelle riflessioni private del premier: «Siamo rispettosi del mondo della scuola, che è molto più variegato e plurale di come lo vorrebbe l’ala più dura. Parliamo con tutti, ascoltiamo tutti, pronti a mettere in campo tutte le iniziative di confronto per spiegare meglio la riforma e migliorarla. Non ci spaventano le catene di Sant’Antonio su Twitter, ci interessa il bene dei ragazzi, delle famiglie, della scuola», ribadisce il presidente del Consiglio. Parole che rispondono al bombardamento di post – «Noi non voteremo più il Pd perché indignati dal ddl “Buona scuola”» – sulle bacheche "social" di Renzi. Il testo del messaggio è standard, i mittenti per lo più si dichiarano insegnanti ed "ex" elettori del Pd.L’ultimo capitolo della contrapposizione è tra il leader della Cgil Susanna Camusso e il ministro Maria Elena Boschi. Quest’ultima, rispondendo domenica a una domanda, aveva affermato che la scuola non deve essere proprietà del sindacato. Ieri la replica della Camusso: «Questa idea è tipica di un governo che non vuole fare i conti col Paese. Viene il sospetto che tanta arroganza sia il segno che in realtà siano loro a non avere un progetto». Contro il ministro si scaglia pure la Gilda. Boschi dice di non aver offeso nessuno: «Ho solo detto una piccola e forse banale verità: la scuola funziona se appartiene a famiglie, insegnanti, studenti, territorio. Non solo ai sindacati».Intanto il provvedimento – in vista dell’approdo dopodomani in Aula alla Camera – è atteso oggi in commissione Affari costituzionali. Sempre oggi, per le classi seconde delle superiori torna l’annuale test Invalsi, con il concomitante sciopero dei Cobas che da sempre osteggiano «la scuola-quiz».