Ripensare ciò che si impara a scuola senza stravolgere il sistema di istruzione italiano. Le novità in serbo per gli studenti sono parecchie,
almeno nelle intenzioni.
Intanto, si pensa di portare musica e sport nella scuola
primaria: 2 ore a settimana di educazione musicale nelle classi
IV e V (a regime costerebbe 90 milioni di euro) mobilitando
anche conservatori, enti lirici, bande civili e militari e 1 ora
a settimana di educazione motoria dalla seconda alla quinta
elementare (facendo sinergie con i finanziamenti europei e
considerando che nel confronto con i 27 Paesi Ocse l'Italia è
ultima per numero di bambini che praticano attività fisica
moderata o intensa ogni giorno).
Un capitolo importante riguarda lo studio delle lingue
straniere: l'uso del Clil (in sostanza una materia insegnata in
una lingua diversa dall'italiano), già obbligatorio dal prossimo
anno per il quinto anno delle Superiori, sarà esteso a
elementari e medie.
E poi più storia dell'arte (da rafforzare soprattutto nel
biennio di licei e istituti turistici, con un costo di circa 25
milioni per 2 ore a settimana), più informatica (sollecitando i
ragazzi a essere produttori digitali nelle Superiori) e più
economia (oltre la metà degli studenti si attestano su un
livello di comprensione dei meccanismi economici e finanziari
ben al di sotto della media dei paesi europei).
Tutti interventi che fanno perno sul rilancio dell'autonomia
scolastica grazie a un organico funzionale rafforzato, a una
maggiore mobilità dei docenti e, soprattutto, a risorse certe
(stabilizzando le dotazioni del Mof ma anche attingendo - almeno
800 milioni per il settennio 2014-2020 - da risorse europee).
Ma tra i banchi le novità saranno anche altre: l'obbligo
dell'alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni degli istituti
tecnici con l'estensione di un anno nei Professionali (almeno
200 ore l'anno, passando dagli 11 milioni di euro stanziati nel
2014 a 100 milioni); la diffusione della Bottega-scuola per
tramandare mestieri artigianali fondamentali per il Made in
Italy ma a rischio estinzione; la diffusione, attraverso
protocolli ad hoc, del programma sperimentale di apprendistato
negli ultimi due anni della scuola superiore.