La Cisl non farà lo sciopero
generale con Cgil e Uil. "Non ci sono motivazioni valide per
fermare il paese. Il Jobs Act, in fondo, sta cambiando in
positivo e in sede di decreti attuativi vedremo di migliorarlo
ancora. La Finanziaria contiene cose positive e cose da cambiare
ma tutto questo non giustifica uno sciopero generale. Non
l'abbiamo fatto neppure con Monti quando era davvero un testo da
lacrime e sangue. Faremo invece lo sciopero generale per il
rinnovo del contratto del pubblico impiego".
Lo afferma
Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, in
un'intervista a
Repubblica. Proprio stamattina i tre sindacati confederali si riuniranno per discutere di questo tema. Ma la decisione ormai è presa.
"Gli scioperi unitari non si fanno quando qualcuno definisce
da solo testo, percorso, data. A noi non piace agganciarci",
dice Furlan. "Noi siamo per fare la mobilitazione su obiettivi
precisi e ben individuati che vogliamo cambiare. Il contratto
degli statali è un obiettivo che anche gli altri dovrebbero
considerare".
Per Furlan non c'è accanimento sull'articolo 18. "Piuttosto
noto che, come sempre, quando si parla di strumenti e regole del
mercato del lavoro si tende a dividersi in modo ingiustificato e
ideologico. Vale per il sindacato ma anche per il paese".
Ieri la Uil aveva annunciato lo sciopero
generale contro le scelte del Governo su Pubblica
Amministrazione, lavoro, pensioni
associandosi alla
Cgil che lo ha già
proclamato, per il 5 dicembre. La data però è stata spostata in avanti di una settimana. "Sui temi della legge di stabilità, del Jobs act" con la Uil "abbiamo registrato un importante convergenza e abbiamo convenuto di fare uno sciopero generale in una giornata con manifestazioni territoriali
il 12 dicembre, avendo fatto verifiche sulla data". Così il leader della Cgil, Susanna Camusso. La Cisl invece resta ferma per ora allo stop del pubblico impiego. Un puzzle di non
facile composizione.
A innescare una sorta di reazione a catena sotto l'insegna
sciopero è stato l'incontro di lunedì sera a Palazzo Chigi
sulla P.a. La prima a farsi sentire è proprio la Cisl, ma ad
incrociare le braccia sono solo le categorie del pubblico
impiego, che rivolgono anche alle altre sigle l'invito a
definire insieme l'iniziativa, da far cadere sempre nel mese di
dicembre. Passano poche ore quando irrompe la Uil, che non
restringe più il campo della protesta agli statali ma allarga i
confini, proclamando lo sciopero di tutti i lavoratori. La Uil
fa anche un altro passo dichiarando che proporrà "a Cgil e Cisl
di stabilire insieme data e modalità della mobilitazione". Un
richiamo forte all'unità, che il candidato a segretario generale
della Uil,
Carmelo Barbagallo, cercherà fino all'ultimo di
sostenere.
Anche il sindacato di
Susanna Camusso, conferma "la
giustezza dello sciopero generale", rivolgendo "l'appello alle
altre organizzazioni sindacali confederali per una risposta di
tutti". Il ministro della pubblica amministrazione,
Marianna Madia, ieri ha presieduto la riunione con in sindacati. Madia
assicura di volere riaprire il contratto nel pubblico impiego
"il prima possibile anche nella sua parte economica", per questo
"chiediamo al sindacato di non sprecare questa occasione di
confronto". Quanto alle mobilitazioni decise, sottolinea: "sullo
sciopero penso che ognuno debba fare quello che pensa sia
giusto".