Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti
non interverrà più al XVI congresso della Uil e la platea accoglie la
comunicazione con una bordata di fischi. La decisione del ministro,
infatti, resa nota in un messaggio all'assemblea, è dovuta alla scelta
del sindacato di proclamare con la Cgil uno sciopero generale contro
la legge di stabilità e il Jobs Act.
"Ho accolto con piacere il tuo invito a presenziare ai
lavori del Congresso della Uil ed ho registrato le critiche e le
proposte contenute nella tua relazione. In considerazione del mutato
contesto nel quale si svolgono i lavori congressuali, rispetto al
momento nel quale lo avevamo programmato, ritengo opportuno rinunciare
ad intervenire", scrive Poletti al leader uscente Luigi Angeletti,
nella nota che viene letta ad una platea rumorosa e fischiante.
"Peraltro sono convinto che il governo saprà rispondere con la
concretezza della sua azione alle numerose sollecitazioni del vostro
Congresso", aggiunge ringraziando comunque i delegati per
l'accoglienza cordiale riservatagli stamattina quando Poletti aveva
ascoltato la relazione di Angeletti seduto in platea. Il suo
intervento invece, era in programma per il primo pomeriggio.
Il ministro in mattinata aveva criticato la scelta dello sciopero generale sottolineando che "rispetto alle motivazioni portate sulla legge di stabilità e sul Jobs Act, non ci sono le motivazioni per una decisione così importante come lo sciopero generale".
"Per fortuna era presente alla relazione
di Angeletti e ha sentito quello che avevamo da dire. Lui
evidentemente non aveva invece nulla da dire". Così il leader Uil,
Carmelo Barbagallo commenta il forfait del ministro. la decisione di Poletti di disertare il congresso Uil
è per Barbagallo "la riprova che avevamo visto giusto: che era inutile
continuare a far finta di parlare con il governo", aggiunge,
rivendicando la scelta tutta sindacale dello sciopero generale. "Si
proclamano gli scioperi che però possono essere revocati se arrivano
dal governo le risposte giuste", spiega. Ma in questo momento,
aggiunge, "non vediamo nulla, siamo al buio come le fiducie cieche che
Renzi chiede al parlamento sulle leggi delega", attacca ancora. E
sempre rispondendo ai rilevi che in mattinata Poletti aveva rivolto
alla decisione di proclamare uno sciopero generale conclude: "parlano
di una nostra scelta sbagliata? Loro di sbagli ne hanno fatti un
sacco".