Il Global compact non equipara i migranti economici ai rifugiati politici e non comporta alcun rischio di "invasione" di un Paese. Cerchiamo di capire in cosa consiste questa intesa mondiale di cui si sta discutendo a Roma (leggi qui)
CHE COS'È IL GLOBAL COMPACT
Il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration è un accordo intergovernativo, negoziato sotto l'egida dell'Onu, che mira a coprire tutti gli aspetti delle migrazioni internazionali. Come chiarito dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, rispondendo a una specifica domanda di Giorgia Meloni sul Global Compact, «non sarà un atto giuridicamente vincolante». Questo in effetti risulta anche dal testo dell'accordo, che definisce il Global Compact come una «piattaforma non vincolante, cooperativa che favorisce la cooperazione internazionale tra attori rilevanti circa la migrazione, riconosce che nessuno Stato può affrontare il fenomeno migratorio da solo, conferma la sovranità degli Stati e le loro obbligazioni in base al diritto internazionale».
La necessità di un simile strumento era stata evidenziata a settembre 2016, quando era stata adottata la Dichiarazione di New York su migranti e rifugiati. Il Global compact ha iniziato il suo percorso ad aprile 2017 e la sua adozione dovrebbe teoricamente arrivare il 10 e 11 dicembre 2018, in una conferenza intergovernativa che si terrà a Marrakech (Marocco) nella cornice dell'Assemblea generale dell'Onu.
CHE COSA PREVEDE IL GLOBAL COMPACT?
Chi lo critica afferma che l'accordo metterebbe sullo stesso piano migranti economici e rifugiati.
Alla fine del punto 3 del Preambolo, si legge che «migranti e rifugiati possono affrontare diverse sfide comuni e vulnerabilità simili», ma al punto 4 le due posizioni vengono nettamente distinte. Si legge infatti: «Rifugiati e migranti hanno diritto agli stessi diritti umani universali e libertà fondamentali tuttavia migranti e rifugiati sono gruppi distinti, regolati da sistemi legali differenti. Solo i rifugiati hanno diritto a una specifica protezione internazionale definita dalle norme internazionali sui rifugiati».
Il Global compact si occupa dei migranti nel complesso. Dunque non è vero che questi e i rifugiati vengano messi sullo stesso piano, se non per il rispetto di quei diritti umani e libertà fondamentali che sono già riconosciuti internazionalmente a tutti gli esseri umani.
GLOBAL COMPACT E SOVRANITA' NAZIONALE
Il Global Compact è un accordo non vincolante che non viola la sovranità degli Stati, e già solo questo basterebbe a smentire la tesi di chi sostiene che in questo modo l'Italia si apra a un'invasione di immigrati. Il Global Compact sarà infatti solo un accordo-cornice, in base al quale l'Italia - se vorrà - potrà siglare degli accordi bilaterali o multilaterali con altri Stati, in una cornice di principi e obbiettivi comuni, per meglio regolare il fenomeno migratorio.
Il Global Compact mira infatti a contrastare l'immigrazione in generale, limitando le cause che spingono le persone ad abbandonare i propri Paesi, e in particolare quella irregolare, rafforzando anche gli accordi di rimpatrio. È vero che chiede agli Stati un trattamento più umano di tutti i migranti, anche irregolari, ma questo non può essere considerato un incentivo «all'invasione».
I 23 OBIETTIVI DEL GLOBAL COMPACT
A parte questo, nel Global compact vengono fissati 23 obiettivi, a cui gli Stati che sottoscriveranno l'accordo dovrebbero mirare. Nessuno di questi giustifica chi parla di «invasione» e, anzi, sembra che vengano previste possibili intese che dovrebbero andare a beneficio di un Paese di primo arrivo come l'Italia. E si punta sulla legalità.
L'obiettivo numero 2 è «minimizzare le condizioni avverse e i fattori strutturali che spingono le persone ad abbandonare il proprio Paese di origine». L'obiettivo numero 4 mira ad assicurare che tutti i migranti siano in possesso di documenti legali di identità, il numero 5 promuove i canali regolari di immigrazione, il numero 6 contrasta lo sfruttamento dei lavoratori immigrati (che fanno così concorrenza sleale agli autoctoni).
L'obiettivo numero 9 è «rafforzare la risposta transnazionale al traffico di migranti».
Il numero 11 prevede di mettere in sicurezza i confini degli Stati, contrastando l'immigrazione irregolare e favorendo quella legale. L'obiettivo numero 21 promuove gli accordi di rimpatrio dei migranti.
Gli altri obiettivi mirano a migliorare la vita dei migranti, in particolar modo di quelli regolari ma non solo, rendendo più facili il riconoscimento dei loro titoli di studio o professionali nei Paesi di arrivo, facilitando le rimesse economiche verso i Paesi di origine, garantendo loro un trattamento umano - in cui la detenzione per l'eventuale ingresso illegale sia l'extrema ratio - combattendo il razzismo e le percezioni distorte. Eccoli tutti e 23:
1. Raccogliere e utilizzare dati accurati e disaggregati come base per le politiche basate su elementi concreti;
2. Ridurre al minimo i fattori negativi e i fattori strutturali che costringono le persone a lasciare il loro paese d'origine;
3. Fornire informazioni accurate e tempestive in tutte le fasi della migrazione;
4. Garantire che tutti i migranti abbiano la prova dell'identità legale e documentazione adeguata;
5. Migliorare la disponibilità e la flessibilità dei percorsi per la migrazione regolare;
6. Agevolare il reclutamento equo ed etico e salvaguardare le condizioni che garantiscono un lavoro dignitoso;
7. Affrontare e ridurre le vulnerabilità nella migrazione;
8. Salvare vite umane e organizzare sforzi internazionali coordinati per i migranti dispersi;
9. Rafforzare la risposta transnazionale al traffico di migranti;
10. Prevenire, combattere e sradicare la tratta di esseri umani nel contesto della migrazione internazionale;
11. Gestire i confini in modo integrato, sicuro e coordinato;
12. Rafforzare la certezza e la sistematicità delle procedure di migrazione per gestire in maniera appropriata screening, valutazione e rinvio;
13. Utilizzare la detenzione solo come misura di ultima istanza e lavorare per individuare alternative;
14. Migliorare la protezione consolare, l'assistenza e la cooperazione nel ciclo migratorio;
15. Garantire l'accesso ai servizi di base per i migranti;
16. Responsabilizzare i migranti e le società affinché si realizzino la piena inclusione e la coesione sociale;
17. Eliminare tutte le forme di discriminazione e promuovere un discorso pubblico basato su elementi concreti per modellare la percezione della migrazione;
18. Investire nello sviluppo delle competenze e facilitare il riconoscimento reciproco delle competenze e delle qualifiche;
19. Creare condizioni affinché i migranti contribuiscano pienamente allo sviluppo sostenibile in tutti i paesi;
20. Promuovere il trasferimento più rapido, più sicuro ed economico delle rimesse e favorire l'inclusione finanziaria dei migranti;
21. Cooperare per agevolare il ritorno sicuro e dignitoso e la riammissione, nonché la reintegrazione sostenibile;
22. Stabilire meccanismi per la portabilità dei diritti di sicurezza sociale e dei benefici ottenuti;
23. Rafforzare la cooperazione internazionale e la partnership globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare.