Un rogo di cassonetti mentre a pochi metri di distanza don Antonio Coluccia, il prete che da anni combatte in prima linea la criminalità organizzata, stava partecipando a una iniziativa per la legalità. È accaduto la sera del 3 gennaio a Tor Bella Monaca, periferia difficile di Roma, stesso quartiere dove la scorsa estate il sacerdote aveva subito un'aggressione e dove, da tempo, è attivo nel portare di persona il suo messaggio contro le mafie e lo spaccio.
Le parole del sacerdote
"Ho pregato per loro e li ho affidati alla Madonna". Queste le prime parole a Telepace, rilanciate da Vatican News, di don Antonio Coluccia a due giorni dalle minacce ricevute. Evidentemente questa nostra attività non andava bene", aggiunge, ricordando che nel quartiere sono attivi 14 clan e 13 piazze di spaccio. "Non c'è Vangelo senza rischio e non c'è rischio senza Vangelo", prosegue don Coluccia che con la sua preghiera e con il suo inseparabile megafono ha bloccato per alcune ore lo smercio di droga, procurando un danno economico alle consorterie che gestiscono il giro.
Secondo il religioso è impossibile restare spettatori: "Non si può giustificare lo spaccio in un territorio, la droga è l'Eucarestia di Satana". Ecco perché non si arrende al sogno di riportare la normalità a Tor Bella Monaca. "Continuerò ad annunciare il Vangelo non soltanto al Tor Bella Monaca, ma anche in tutti i quartieri della periferia dove ci sono tante persone oneste che hanno bisogno di vicinanza - assicura - E posso dire che anche con l'aiuto di volontari e gente del posto ci stiamo organizzando per cercare di rafforzare sempre di più questi momenti di preghiera".
Il racconto dell'accaduto
L'episodio lo ha denunciato il presidente del VI Municipio delle Torri, Nicola Franco (FdI): via dell'Archeologia, cuore della piazza di spaccio più grande d'Europa. Don Coluccia è con gli scout e l'associazione civica “TorPiùBella”: "Abbiamo posto un Bambino Gesù - racconta il minisindaco – e qualcuno ha appiccato il fuoco ai secchioni dell'immondizia che erano nelle immediate adiacenze". Qualcun altro sente anche gridare insulti verso il sacerdote.
Arrivano i Vigili del fuoco, spengono le fiamme. "Non saranno queste intimidazioni a fermare l'opera di don Coluccia - continua Franco -, né riusciranno a fermare la volontà di questa amministrazione di mettere in campo qualsiasi strumento per fermare i quattordici clan mafiosi che lavorano sul territorio".