mercoledì 15 aprile 2015
​Arriva il precompilato: chi lo accetta evita i controlli  Pronti almeno 7 milioni di italiani. È corsa al Pin
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La rivoluzione del 730 precompilato 'Renzi-style' ha preso il via. Da questa mattina (salvo eventuali 'intoppi' informatici) sarà disponibile on-line per circa 20 milioni di italiani la nuova dichiarazione dei redditi, che ribalta letteralmente il sistema, con il Fisco che presenta al contribuente un modello già compilato. In realtà si tratta solo di una prima partenza, perché comunque prima del 1° maggio non sarà possibile consegnare la dichiarazione (poi, ci sarà tempo fino al 7 luglio). La rivoluzione riguarda lavoratori dipendenti e pensionati che hanno ricevuto in questo inizio 2015 (dai sostituti d’imposta) la Certificazione unica 2015, l’ex Cud. Non tutti, però: per accedere a questa opportunità bisogna avere il codice pin rilasciato dall’Agenzia delle Entrate, o la Carta nazionale dei servizi. Nelle ultime settimane sono cresciute le richieste: per ora sono 2,5 milioni i titolari di pin delle Entrate e 4,5 milioni quelli dell’analogo pin dispositivo dell’Inps. Sono esclusi in ogni caso, invece, i contribuenti con partita Iva (tranne i produttori agricoli in regime di esonero).  Le Entrate hanno avviato una fitta campagna informativa, on-line, in tv, alla radio e anche sulle strade delle città (con i camper dell’Agenzia). E una guida, con tanto di domande e risposte più frequenti, si trova sull’apposito sito info730.agenziaentrate.gov.it.  Nel nuovo modello precompilato l’Agenzia ha già inserito i dati su redditi, ritenute, versamenti e solo alcuni elementi già in mano al Fisco (tipo le eccedenze d’imposta delle quali non è stato chiesto il rimborso, le spese detraibili o deducibili ripartite su più periodi d’imposta, gli interessi sui mutui, i premi assicurativi e contributi previdenziali e assistenziali e i contributi versati per lavoratori domestici). Il contribuente, una volta verificato se i dati sono corretti, a seconda dei casi ha davanti a sé 3 strade: accettare la dichiarazione senza fare modifiche, rettificare i dati non corretti o integrare la dichiarazione per inserire altre spese deducibili o detraibili (essenzialmente quelle 'nuove', sostenute nel 2014). C’è anche un’altra avvertenza importante, rispetto al passato: il contribuente che vuol presentare la dichiarazione tramite un operatore (sostituto d’imposta, Caf o commercialista), dovrà rilasciare preventivamente un’apposita delega per l’accesso ai propri dati. La vera svolta sta proprio in questo passaggio: chi accetta il modello senza apportare modifiche si mette al riparo assoluto dai controlli successivi e anche dalle sanzioni. Se il Fisco riscontrerà un errore, chiederà l’arretrato all’intermediario abilitato anziché al contribuente. È infatti l’operatore a rispondere anche dell’imposta dovuta (e non versata) dal contribuente, aspetto che secondo taluni può presentare anche profili d’incostituzionalità.  Questa novità presenta però anche un rovescio della medaglia, per il contribuente. A parte la facoltà di continuare a presentare - solo per conto proprio - il precompilato gratis (ma senza 'scudo'), tutti i Caf hanno ritoccato all’insù le tariffe chieste ai clienti: si va da un minimo di 7-8 euro (con annessa iscrizione al sindacato) a quote anche di 20-30 euro. Cifra che rappresenta un piccolo, nuovo balzello. Ma che vale la pena di sostenere specie se ci sono nuovi sgravi da recuperare (che, qualora non portati in dichiarazione, si perderebbero).
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