Capita sovente che a una giornata difficile faccia seguito una più positiva. È quanto avvenuto ieri a Matteo Renzi. Infranta la logica del muro contro muro, nell’arco di poche ore il premier assiste a un "simil-Aventino" e trova a sorpresa il colpo di reni per un rilancio che, dal piano delle riforme (dove, superato lo scoglio dell’art. 2 e sancito ormai il principio del Senato non elettivo, si vede ormai possibile il traguardo del primo ok per la prossima settimana), si allarga all’economia, fonte degli ultimi forti grattacapi. Non a caso Renzi mette in scena una conferenza stampa per presentare il decreto "Sblocca-Italia" (da varare solo a fine mese) che coincide con lo sblocco della situazione a Palazzo Madama.La strategia del premier si muove su un doppio binario: riallacciare il dialogo con una parte delle opposizioni che hanno lottato strenuamente contro il ddl Boschi e convincere elettori e parlamentari che all’orizzonte dell’autunno non ci sono né una stangata, né le elezioni anticipate (che farebbero precipitare nuovamente il Paese nel vizio destabilizzante delle crisi a ripetizione). Sul tavolo del confronto sulle riforme ci sono revisione del numero di firme per chiedere i referendum, immunità, platea dei parlamentari che dovranno eleggere il capo dello Stato. E perfino con Nichi Vendola, dopo i toni bruschi dell’altroieri, si riapre uno sprazzo di dialogo. Così il Rottamatore vede finalmente a portata di mano il risultato "storico" della fine del bicameralismo perfetto. Un via libera prima della pausa estiva rappresenterebbe quel risultato convincente che Renzi spera di poter portare a Bruxelles. Resta sul campo l’opposizione oltranzista solo di M5S e Lega, che tuttavia appaiono più isolati. Quanto all’economia, il premier ha ribadito che la mancata crescita è un problema di tutta l’eurozona, mentre gli Stati Uniti crescono ben più dell’Ue (significando con ciò che il Pse rilancerà la battaglia anti-austerità) e ha fatto capire di non essersi affatto ammorbidito sulla candidatura di Federica Mogherini a "Mrs. Pesc".Da questo duplice fronte emerge rafforzato il patto del Nazareno. Renzi e Berlusconi si vedranno la settimana prossima per stringere i bulloni di un’intesa che ha retto abbastanza bene alla tempesta parlamentare, ma dovranno trovare un punto d’incontro sulla legge elettorale, il vero tema che resta ancora aperto. Il duetto dei suoi sul rischio di elezioni anticipate in primavera (con Maria Rosaria Rossi che le pronostica all’
Huffington post e Paolo Romani che le esclude) sembra fatto apposta per lanciare un messaggio implicito al capo del governo: l’ex-Cavaliere non può essere tagliato fuori dalla trattativa con Angelino Alfano, il più interessato alle preferenze. Altrimenti salta tutto.