Incontro a Palazzo Chigi tra Matteo Renzi e i capigruppo di maggioranza. Il premier avrebbe concordato, a quanto si apprende da fonti parlamentari, ad aprire a modifiche alla riforma del Senato sull'immunità e sulla platea per eleggere il capo dello Stato a fronte di un'apertura delle opposizioni a venire meno all'ostruzionismo in Aula. Il dialogo, secondo la maggioranza parlamentare, si può aprire, oltre che su immunità e platea per l'elezione del capo dello Stato, anche sui referendum, i temi su cui, spiega uno dei partecipanti all'incontro, c'è sempre stata apertura ma "la differenza è che ora, grazie anche al Canguro, le opposizioni si sentono meno forti e sono quindi più disponibili a confrontarsi, rinunciando all'ostruzionismo".
"L'obiettivo resta quello" dell'approvazione del "ddl entro l'8 agosto", ha affermato il capogruppo Pd al Senato, Zanda sottolineando come sia "importante che la discussione in Aula sia concentrata su alcuni emendamenti", per affrontare nel merito i punti della riforma.
"Il mio emendamento riguarda il modello elettorale del Senato", prevedendo l'elezione diretta: "Questa mattina è stato discusso" e bocciato "un emendamento precedente" sullo stesso tema e "non credo che votare 12 volte la stessa proposta la faccia accettare le altre 11. Prendo atto di questo e ritiro il mio emendamento": ad annunciarlo è il senatore del Pd Vannino Chiti prendendo la parola alla ripresa della seduta in Aula. "Inviterei a farlo anche Minzolini e altri, che hanno presentato emendamenti simili", ha aggiunto.IL SENATO APPROVA L'ARTICOLO 2L'Aula del Senato ha approvato con 194 voti a favore e 26 contrari e 8 astenuti l'articolo due della riforma costituzionale. L'articolo 2 modifica l'articolo 57 della Costituzione e stabilisce che il Senato è composto da 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali, consiglieri regionali e sindaci, e da cinque senatori di nomina presidenziale. Con questa modifica si sancisce il superamento dell'elezione diretta del Senato, che verrà eletto "dai consigli regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano, fra i propri componenti e fra i sindaci dei rispettivi territori nella misura di uno per ciascuno". La ripartizione dei seggi tra le Regioni sarà proporzionale alla popolazione.Infine si delega a una legge ordinaria la modalità di elezione dei membri del nuovo Senato e si sancisce che "i seggi sonoattribuiti in ragione dei voti espressi e della composizine diciascun consiglio".
M5S DI NUOVO FUORI DALL'AULA"Il governo ci ha chiamato per ultimi, alle 16,03, nonostante siamo la principale forza di opposizione del Paese: era l'ultima cosa che potevamo tollerare, ce ne torniamo fuori a dicutere dei temi che interessano i cittadini e Renzi si gingilli pure coi suoi tweet". Vito Petrocelli annuncia in Aula che il M5S non parteciperà più ai lavori sulle riforme costituzionali dopo che è fallito il tentativo di mediazione del governo."Boschi ci ha solo chiamato, avrà pure incontrato le altre opposizioni, ma la forza prinicipale no, - ha riferito il capogruppo in Aula al Senato - alla luce di un atteggiamento di chiusura anche in Aula, dove sono stati cancellati i voti segreti, siccome al ministro Boschi avremmo riproposto due questioni fondamentali, ossia che questo Senato o ha l'eleggibilità o è meglio che chiuda perchè lasciarlo in pasto a un branco di nominati non è il caos".
IL PUGNO DURO DI GRASSOl piglio è fermo, nessuna interruzione dei lavori dell'Aula sarà più ammessa. Lo chiarisce sin da subito il presidente del Senato, Pietro Grasso, aprendo la seduta mattutina. Quanto successo ieri sera, chiarisce Grasso, "non è più accettabile". Il presidente del Senato saluta la senatrice Bianconi, lievemente ferita nella bagarre di ieri nell'Aula, e leggendo le decisioni del Consiglio di presidenza ha dure parole per gli esponenti della Lega, accusandoli d'aver impedito i lavori con "inaccettabile condotta". Annunciate anche sanzioni per i responsabili dei tumulti.La seconda carica dello Stato appare determinato a non concedere più alcuna parola offensiva né allusiva, su come viene condotta l'Aula. Lo ripete anche al leghista Stucchi, poi Grasso con piglio deciso riprende anche un senatore grillino. Le votazioni, quindi, procedono spedite sugli emendamenti, e chi prova ad esulare dalle dichiarazioni di voto sull'emendamento messo in votazione, viene subito ripreso da Grasso, che avverte nuovamente: "Ci sarà un richiamo, poi saranno presi provvedimenti".Il capogruppo dei grillini, Vito Petrocelli, indossa un bavaglio e spiega: "Di fronte a questa conduzione non partecipiamo più ai lavori". Anche la Lega - duramente stigmatizzata da Grasso per i tumulti avvenuti ieri sera - con il senatore Sergio Divina annuncia che il gruppo non interverrà più e lascerà l'Aula. Subito dopo anche gli ex grillini spiegano che lasceranno l'Aula. È quindi la volta di Gal, con Vincenzo D'Anna, che rivolgendosi al presidente Grasso afferma: "Se lei mi caccia, è un onore essere cacciato, è un onore non partecipare più". SEDUTA RINVIATA ALLE 16Dopo queste defezioni, lo stesso Grasso cerca una mediazione e chiede ai vari capogruppo di tornare a partecipare ai lavori. Il rientro di Grasso, verso le 13, è stato quindi seguito da quello delle opposizioni. "Per le riforme c'è bisogno del contributo di tutti", ha commentato il presidente del Senato.
La seduta è stata rinviata alle 16 (dunque con una sospensione più lunga delle normale pausa pranzo), come da richiesta del senatore del Pd WalterTocci e di Pier Ferdinando Casini.