Dalla
licenziabilità dei dirigenti allo
stop degli automatismi di carriera che dipenderà dal merito. La
commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato il
pacchetto di novità della delega sulla pubblica amministrazione
che riguarda la dirigenza: arriva il
ruolo unico per i dirigenti
statali, quelli degli in enti pubblici non economici, delle
agenzie governative, delle università statali e degli enti
pubblici di ricerca. Ruoli unificati anche nelle autorità
indipendenti. Fino all'entrata a regime del ruolo unico
potrebbero essere ridotti di numero, se necessario.
La dirigenza sarà articolata in ruoli unificati e coordinati, si
spiega, accomunati da requisiti omogenei di accesso e da
procedure analoghe di reclutamento "basate sul merito e la
formazione continua". Gli
incarichi dureranno tre anni,
rinnovabili solo una volta senza dover ripassare per una
selezione. Il governo dovrà definire i "presupposti oggettivi per
la revoca" di un incarico, "anche in relazione al mancato
raggiungimento degli obiettivi". Se privi di incarico verranno
collocati in disponibilità e passato un certo periodo da
definire, decadranno dal ruolo unico.
Si dovranno superare gli "automatismi nel percorso di carriera"
che verrà costruita "in funzione degli esiti della valutazione".
Il disegno di legge verrà incardinato già questa sera nell'aula del Senato; l'esame del provvedimento riprenderà mercoledì prossimo.