Nell'ultima elezione del Presidente
della Repubblica "c'è stata una forzatura che è stata la
risposta a un fallimento che tutti ricordiamo. Oggi il Pd è
chiamato a una responsabilità rispetto alla quale o facciamo
quello che è necessario o noi saremo additati come i
colpevoli", lo ha detto Matteo Renzi alla direzione del Pd incentrata sulle sfide delle prossime settimane, dalle riforme su Senato e legge elettorale all'elezione del successore di Napolitano. La prima data utile è quella del 29 o del 30 gennaio e il Pd non può permettersi di fare passi falsi. Per questo Renzi delinea la sua strategia. Tempi brevi, l'obiettivo più volte dichiarato è di riuscire a centrare la quarta votazione, e zero polemiche. "Nelle 24 ore precedenti al primo voto si deve arrivare a formalizzare la proposta del Pd riunendo i
gruppi, e i grandi elettori" ha detto Renzi alla
direzione del Pd. Renzi ha confermato che questa proposta sarà
preceduta da un giro di consultazioni con gli altri gruppi
parlamentari da parte della delegazione Pd, mentre la direzione
sarà convocata in modo permanente. Ma il confronto sarà con tutti a partire dagli alleati. "I nostri alleati di governo saranno
insieme a noi in questa sfida. E saranno le prime persone con
cui riflettere" ha detto Renzi. "Niente ironie e demagogie, il
Presidente della Repubblica si fa cercando di coinvolgere
tutti. Nessuno ha il diritto di mettere veti, nemmeno tra di
noi" ha aggiunto. Poi un monito ai Cinque stelle e la conferma del dialogo con Fi. "Il Presidente della Repubblica si
prova a fare con gli altri. Berlusconi ha votato gli ultimi due
presidenti della Repubblica. I Cinque Stelle se vogliono stare
al tavolo ci stiano. Noi abbiamo dato loro la possibilità. Sta
a loro scegliere se essere parte del gioco istituzionale. Spero
possano cogliere l'occasione. Noi possiamo fare anche senza di
loro, ma speriamo di fare con loro".