Problemi con l'Ue? L'unico è che hanno
fissato il vertice sulle nomine il 30 agosto, il giorno della
prima partita di campionato Roma-Fiorentina... Matteo Renzi
scherza con i cronisti - tornando dal Cairo per una visita lampo
al presidente al-Sisi con cui ha parlato delle crisi di Gaza e
Libia - non nascondendo la sua soddisfazione per come è andata
ieri al Senato e senza mostrare nessun tipo di preoccupazione
sull'andamento dell'economia e la tenuta dei conti, a fronte di
una crescita che sembra rimanere al palo e all'indomani di
quelle parole sugli 80 euro (confermati per chi li percepisce
già ma ancora in ballo per gli altri a cui sembravano
promessi) registrate sui taccuini dei cronisti.
"Nessuno avrebbe scommesso" che Palazzo Madama riuscisse a
prendere un giorno di vacanza, dice compiaciuto per quei 5 mila,
sugli oltre 8 mila emendamenti, già 'evasi' alla legge
costituzionale e l'ok alla riduzione a 100 del numero dei
senatori. E rilancia la sua ricetta: non serve uno shock
all'economia, non serve "inventarsi niente", ma andare spediti
sulle riforme, l'unica vera arma per rimettere il paese in
corsa. Ed "è importante che Berlusconi stia al tavolo della
riforma elettorale" dopo essere stato a quello per la riforma
costituzionale: è un "importante segnale" istituzionale, dice
parlando dell'incontro la prossima settimana con l'ex Cav ma
senza confermare la ventilata data di martedì. Glissa invece
sull'atteggiamento dei pentastellati: "Oggi dicono una cosa,
domani un'altra...", si limita a commentare.
Quello che c'è da fare, ribadisce invece, escludendo
emergenze conti, "è quello che abbiamo già messo in programma
nei mille giorni": le riforme, dal lavoro alla giustizia civile,
al fisco, di cui "abbiamo parlato". E se anche quest'anno la
crescita rimanesse ferma Renzi non sembra preoccupato, convinto
- potrebbe essere il ragionamento - di poter contare sui margini
del minor costo del debito, grazie all'andamento dello spread, e
sui 16 miliardi della spending review.
Renzi - lascia intendere chi gli è vicino - è ottimista sul
ruolino di marcia e convinto di poter vedere la riforma
costituzionale del Senato in "dirittura d'arrivo" al'inizio del
2015 e quella elettorale "entro l'anno", forse anche prima.
Quanto alla riforma elettorale, torna a ribadire, "non è per
me": l'importante è arrivare ad un sistema che consenta a chi
vince di governare, sottolinea, ricordando che "c'è un tema
delle soglie e delle preferenze" e la necessità di un meccanismo
per scongiurare il veto dei partiti "su cui tutti siamo
d'accordo".
La sua idea, quella per una legge "al bacio, un
capolavoro" sarebbe per una soglia del 40% e preferenze con
capolista bloccato. Un modo per garantire che "chi vince ed ha
il 55% non avrebbe più alibi nel fare le cose". Perché - tiene a
rimarcare - forse non "l'abbiamo spiegato abbastanza bene" ma in
quella "grande riforma" costituzionale sono anche previsti tempi
certi di approvazione delle norme da parte del Parlamento.