venerdì 13 marzo 2015
Il premier da Sharm lancia l'allarme: intervenire prima che si arrivi ad occupazione sistematica di una parte del Paese.
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​La priorità della comunità internazionale è "intervenire in Libia prima che le milizie dell'Is occupino in modo sistematico non solo piccoli e sporadici luoghi ma una parte del Paese". Lo ha detto Matteo Renzi. Il premier ha parlato di "intervento significativo a partire dagli sforzi diplomatici dell'Onu". Ad una domanda sulle posizioni più interventiste in senso militare dell'Egitto in Libia, Renzi ha risposto: "Ci sono sensibilità diverse nella comunità internazionale", ma "non c'è nessun dubbio che occorra lottare con decisione e determinazione contro il terrorismo. La minaccia è evidente in ciò che è accaduto nelle ultime settimane", ha spiegato il presidente del Consiglio rievocando l'uccisione dei 21 cristiani copti egiziani da parte dell'Isis. Insomma, ha aggiunto Renzi, "ci sono sensibilità diverse ma mi pare di poter dire che c'è condivisione ampia sulla necessità di un intervento rilevante in Libia, da realizzare a partire da sforzi diplomatici dell'Onu". L'Italia ha compiuto un giro di consultazioni con la Russia, la Francia e gli inglesi, e nelle prossime settimane "avremo un approfondimento con gli Usa, che sono il key player in questa partita". Tutto questo, ha concluso il premier, affinché la crisi in Libia sia una "priorità": "Non può essere l'ultimo dossier".
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