"L'unica strada oggi è tornare a discutere di crescita e non
solo di rigore". Lo ha detto il premier Matteo Renzi al suo
arrivo ieri sera in Australia per il G20 di Brisbane, che si
occupa anche e soprattutto di ripresa. La necessità di
rilanciare la crescita ribadita ancora una volta da Renzi -
fanno osservare fonti di Palazzo Chigi - va proprio nella linea
dell'agenda del G20. Concetto ribadito con un messaggio di stamattina su twitter: "I grandi paesi del mondo condividono una idea di fondo: l'austerità non basta, servono investimenti e riforme" ha scritto Renzi su twitter". Il tema della crescita è stato centrale nel faccia
faccia d'esordio con il premier padrone di casa, Tony Abbott. Al centro
dell'incontro i temi della crescita in Europa e nel mondo, a
partire dalla agenda incentrata sulla crescita, lo sviluppo e
l'occupazione rilanciata dal G20 e dalla lotta al terrorismo.
Il premier ha avuto un colloquio informale con il presidente statunitense, Barack Obama. I due leader, immortalati da una fotografia del portavoce di Renzi,
postata su Twitter, i due leader di governo si sono parlati per
diversi minuti nella hall del Centro Eventi e Congressi, poco
prima di fare il loro ingresso nella sala che ospita la grande
tavola rotonda.
"Stiamo facendo molte riforme:
lavoro, fisco, giustizia civile, Pa, riforma costituzionale,
corruzione, evasione. E la più importante di tutte, la
scuola" ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi
intervenendo alla sessione plenaria del G20. "Ma dobbiamo
cambiare strategia come Eurozona, come ci hanno suggerito David
Cameron e Barack Obama questa mattina: l'Europa deve cambiare
gioco e puntare di più su crescita e occupazione", ha aggiunto
Renzi. Obama aveva esortato i leader del G20 ad impegnarsi concretamente a creare posti di lavoro e la ricetta non può che essere quella di
investire sulla crescita. Il presidente ha citato i massicci investimenti che in America hanno consentito di ridurre la disoccupazione al 5,8%, il livello più basso dal luglio 2008, prima dell'esplosione della crisi.
"Qui a Brisbane i (Paesi del) G20 hanno la responsabilità
di agire, incoraggiando la domanda e investendo di più in
infrastrutture per creare posti di lavoro per la gente di tutte
le nostre nazioni", ha detto Obama.
Renzi incontrerà domani anche il presidente della commissione Ue, Jean Claude Junker, si tratterà del primo
incontro dopo le recenti tensioni ed il botta e risposta a
distanza. Junker ha già visto la cancelliera tedesca Angela
Merkel e il presidente francese Francois Hollande e forse
vedrà anche il primo ministro Gb, David Cameron. Si tratta
della prima presa di contatto diretta con i leader Ue di Junker
che aveva partecipato all'ultimo vertice Ue ma non era ancora
in carica.
Lungo faccia a faccia tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente russo Vladimir Putin la scorsa notte in Italia, a margine dei lavori del G20. Al centro del confronto il recente incontro a Milano, in occasione del vertice Asem, e la situazione in Ucraina, Siria e Libia. Durante l'incontro, Renzi ha evocato lo spirito di Milano come spirito di
dialogo auspicando che, in occasione del vertice Asem, si siano fatti
passi avanti nella soluzione della vicenda Ucraina e che si possa
andare avanti nella stessa direzione. "Chiamo spirito di Milano il
desiderio di dialogo per tentare di trovare delle soluzioni", ha
spiegato Renzi dando appuntamento a Putin per l'Expo di Milano. Breve scambio di opinioni col premier indiano Modi. L'Italia, ha rimarcato Renzi, "farà tutto ciò che è necessario" per i marò, ma bisogna "evitare le polemiche con l'India".
Tra i temi affrontati il cambiamenti climatici. Obama ha annunciato che l'America metterà a disposizione dei Paesi emergenti per combattere
i cambiamenti climatici dovuti ai gas serra e all'inquinamento.
Obama ne ha parlato non appena messo piede su territorio
australiano. Nessun paese, ha
spiegato, è immune al cambiamento climatico, che è la
maggiore sfida da affrontare: "Ogni paese ha la responsabilità
di fare la sua parte", ha sottolineato il presidente Usa. "Se
gli Stati Uniti e la Cina hanno raggiunto un accordo, anche il
mondo lo può fare".