Le elezioni regionali di domenica
prossima in Emilia-Romagna non eleggeranno solo il nuovo
presidente, ma anche il nuovo commissario alla ricostruzione
post-sisma, colui, cioè, che dovrà proseguire il lavoro fatto da
Vasco Errani dopo il terremoto che ha colpito la bassa emiliana
nel maggio 2012.
Fin dai giorni immediatamente successivi al sisma, il governo
fece la scelta di affidare agli enti locali la ricostruzione,
con la Regione in prima fila a fare da coordinatore dei Comuni
colpiti, ai quali è stata affidata una responsabilità e un
potere d'intervento inediti rispetto alle altre catastrofi
naturali successe in Italia. Le regionali di domenica saranno,
quindi, anche un primo esame degli elettori sulla gestione di
questi due anni e mezzo.
La Regione Emilia-Romagna e la protezione civile hanno creato
un modello di ricostruzione, soprattutto per quanto riguarda le
abitazioni private, parzialmente inedito: i fondi vengono
erogati sullo stato di avanzamento dei lavori e per prevenire le
infiltrazioni malavitose anche i privati che ottengono fondi
pubblici sono tenuti a far lavorare le imprese che sono sulla
white list. Senza contare che manca ancora un miliardo per il
finanziamento della ricostruzione delle opere pubbliche.
Stefano Bonaccini, candidato del centrosinistra, promuove il
lavoro fatto dalla giunta Errani tanto che propone di fare del
modello emiliano la base per una legge quadro sulle calamità, ma
auspica anche alcuni cambiamenti, a cominciare dalla
semplificazione dei processi e dall'eliminazione di alcuni
ostacoli burocratici.
I principali avversari del centrosinistra puntano molto su
questo tema, tanto che sia il candidato del centrodestra (
il
leghista Alan Fabbri, sindaco di Bondeno) che quello del
Movimento 5 Stelle (
Giulia Gibertoni di Mirandola, uno dei
centri più colpiti) arrivano dai comuni del cratere.
Secondo la Gibertoni nella ricostruzione ci sono, fino a
questo punto, più ombre che luci: l'ha definita, in più
occasioni, "una ricostruzione stentata", con i soldi che non
arrivano e con la burocrazia che rallenta i progetti dei
cittadini che vogliono tornare nelle loro case.
Il leghista Alan Fabbri dei problemi della ricostruzione ha
avuto un impegno diretto, visto che il suo Comune è stato
duramente colpito. Il suo giudizio nei confronti di Errani è più
sfumato rispetto a quello dei 5 stelle. "Ma lo stato ci ha
abbandonati - ripete in questi ultimi giorni di campagna
elettorale - ha trattato quella emiliana come fosse una calamità
di serie B".