lunedì 17 novembre 2014
​Riflettori puntati sulla ricostruzione dopo il sisma che ha colpito la bassa emiliana del maggio 2012. Lega e M5S criticano la gestione del presidente uscente Vasco Errani (nella foto).
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​Le elezioni regionali di domenica prossima in Emilia-Romagna non eleggeranno solo il nuovo presidente, ma anche il nuovo commissario alla ricostruzione post-sisma, colui, cioè, che dovrà proseguire il lavoro fatto da Vasco Errani dopo il terremoto che ha colpito la bassa emiliana nel maggio 2012.  Fin dai giorni immediatamente successivi al sisma, il governo fece la scelta di affidare agli enti locali la ricostruzione, con la Regione in prima fila a fare da coordinatore dei Comuni colpiti, ai quali è stata affidata una responsabilità e un potere d'intervento inediti rispetto alle altre catastrofi naturali successe in Italia. Le regionali di domenica saranno, quindi, anche un primo esame degli elettori sulla gestione di questi due anni e mezzo.    La Regione Emilia-Romagna e la protezione civile hanno creato un modello di ricostruzione, soprattutto per quanto riguarda le abitazioni private, parzialmente inedito: i fondi vengono erogati sullo stato di avanzamento dei lavori e per prevenire le infiltrazioni malavitose anche i privati che ottengono fondi pubblici sono tenuti a far lavorare le imprese che sono sulla white list. Senza contare che manca ancora un miliardo per il finanziamento della ricostruzione delle opere pubbliche. Stefano Bonaccini, candidato del centrosinistra, promuove il lavoro fatto dalla giunta Errani tanto che propone di fare del modello emiliano la base per una legge quadro sulle calamità, ma auspica anche alcuni cambiamenti, a cominciare dalla semplificazione dei processi e dall'eliminazione di alcuni ostacoli burocratici. I principali avversari del centrosinistra puntano molto su questo tema, tanto che sia il candidato del centrodestra (il leghista Alan Fabbri, sindaco di Bondeno) che quello del Movimento 5 Stelle (Giulia Gibertoni di Mirandola, uno dei centri più colpiti) arrivano dai comuni del cratere. Secondo la Gibertoni nella ricostruzione ci sono, fino a questo punto, più ombre che luci: l'ha definita, in più occasioni, "una ricostruzione stentata", con i soldi che non arrivano e con la burocrazia che rallenta i progetti dei cittadini che vogliono tornare nelle loro case.    Il leghista Alan Fabbri dei problemi della ricostruzione ha avuto un impegno diretto, visto che il suo Comune è stato duramente colpito. Il suo giudizio nei confronti di Errani è più sfumato rispetto a quello dei 5 stelle. "Ma lo stato ci ha abbandonati - ripete in questi ultimi giorni di campagna elettorale - ha trattato quella emiliana come fosse una calamità di serie B".
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