venerdì 3 febbraio 2017
Virginia Raggi, sindaca di Roma (Foto Ansa)

Virginia Raggi, sindaca di Roma (Foto Ansa)

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Interrogatorio-fiume per la sindaca di Roma Virginia Raggi da parte della procura. In una giornata in cui scoppia una doppia grana che investe sia l’inchiesta, sia il M5S. La prima appare mentre è ancora in corso il colloquio con i magistrati Paolo Ielo e Francesco Dall’Olio, durato oltre otto ore, dal primo pomeriggio fino quasi alle 22 e 30, e svoltosi nella sede dello Sco (Servizio centrale operativo) a via Tuscolana. Il sito dell’Espresso pubblica, infatti, una ricostruzione secondo la quale gli inquirenti che stanno indagando sulle nomine della sindaca grillina hanno scoperto che Salvatore Romeo, suo fedelissimo ed ex capo della segreteria, nel gennaio del 2016 avrebbe indicato Raggi come nuova beneficiaria per alcune polizze vita da lui sottoscritte qualche tempo prima, con un investimento di 30mila euro.


Qualche mese dopo l’operazione, ricorda il settimanale, «è proprio la Raggi, diventata da poco sindaca di Roma, a promuovere Romeo, triplicandogli lo stipendio». Ora gli inquirenti si chiedono i motivi della polizza, anche perché Romeo, prosegue L’Espresso, «dal 2013 in poi, da quando si è reinventato un attivista del M5S» avrebbe «investito circa 100mila euro su una decina di polizze vita. I cui beneficiari, ancora una volta, non sono parenti e cugini, ma altri soggetti. Tra cui politici e altri attivisti del movimento». La questione, si apprende sempre mentre l’interrogatorio è ancora in corso, sarebbe stata oggetto di domanda da parte dei pm, ma non come contestazione di un qualche reato. Già sarebbe bastato questo per fare deflagrare la polemica. Non solo per i prevedibili attacchi dall’esterno del M5S (per il Pd «è stato superato il limite della decenza» e dunque, sia fatta «luce su questo nuovo indicibile segreto»), ma soprattutto per le tensioni interne al movimento. Con gli 'ortodossi' pronti a chiedere a Beppe Grillo «un intervento senza se e senza ma» sulla sindaca, perché «ne va del futuro del movimento».


Il leader - così come fanno i più noti volti pentastellati, da Di Maio a Di Battista e Fico - tace. Insieme a Davide Casaleggio, però, si sarebbe consultato con degli avvocati per comprendere i risvolti giudiziari di questa nuova vicenda, ma anche con esperti del ramo assicurativo, per capire meccanismi e funzionalità di questo tipo di polizze. La maggior parte dei grillini interpellati sull’argomento si dice stupito. «Non possiamo fare l’ispettore Derrick, non siamo stati eletti per questo», reagisce il consigliere in Campidoglio Pietro Calabrese. Sulle ferite del M5S, e questa è la seconda grana, viene però sparso anche il sale di alcune conversazioni via chat, riportate dal sito Affari italiani. Lo scambio è avvenuto nel 2015, quando alcuni consiglieri comunali M5S, tra i quali l’attuale prima cittadina, si erano lasciata andare a giudizi sprezzanti su Marcello De Vito, oggi presidente dell’assemblea capitolina, ma allora probabile candidato sindaco in quota Roberta Lombardi, la deputata nazionale con la quale Raggi è in aperto contrasto. Elementi tratti da conversazioni private (per la pubblicazione delle quali Raggi riceve solidarietà dai dem Marcucci e Giachetti, suo avversario nella corsa al Campidoglio) che, però, confermano le tensioni di lunga data dentro il M5S. E che si vanno ad aggiungere a un presunto dossier contro lo stesso De Vito per azzopparne la candidatura. «Io penso alla tutela del M5S e a fare il mio ruolo», taglia corto l’interessato con chi gli chiede un commento, dicendo di non saperne nulla.

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