Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl, le frasi di Berlusconi sulle coppie gay rappresentano un cambio di rotta nell’"agenda etica" del Pdl?Assolutamente no. Non c’è contraddizione tra la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, istituto che non deve essere equiparato a nessun altro, e il riconoscimento di diritti ai componenti di altre unioni. C’è un un documento molto chiaro a riguardo sottoscritto da numerosi parlamentari del Pdl.
In cosa consistono i cambiamenti nel codice civile prospettati dal Cavaliere? Quali i paletti invalicabili?Laddove alcuni diritti delle persone non fossero garantiti, interventi in ambito civilistico o penalistico ci vedrebbero disponibili, e non da oggi. Si pensi per esempio all’estensione della facoltà di non deporre in giudizio contro un congiunto, prevista per gli stretti familiari. Altra cosa sono matrimonio, famiglia e adozioni: lì non si passa. Spesso, comunque, vengono strumentalmente richiesti diritti che invece sono già riconosciuti.
Quanto contano oggi nel Pdl le esternazioni di laicisti come Bondi e Galan?Lo statuto del Pdl si richiama al popolarismo europeo e ai valori che esso propone, e anche di recente la grande maggioranza dei senatori ha firmato per la calendarizzazione della legge sul fine vita, che lo scioglimento delle Camere ha impedito. Ovviamente in un grande partito possono esistere sensibilità diverse. L’importante è che il confronto serva a costruire soluzioni e non steccati.
Si discute molto anche se il tema sia prioritario o meno per la prossima legislatura. Lei cosa ne pensa?Non è questo il punto. Bisogna chiedersi se anche di fronte alla questione sociale, che oggi s’impone, ci si possa limitare a risposte contingenti o se non si debbano declinare ricette e soluzioni partendo dai principi fondanti dell’uomo. Senza centralità della persona nessuna solidarietà è possibile.
Non crede che il Pdl debba ritrovare una certa chiarezza nella proposta che fa ai cittadini su questi temi?Sinceramente mi pare che negli ultimi giorni siano altri, e non il Pdl, a dover fare chiarezza. Monti, per esempio. Non si può pensare di risolvere tutto appellandosi alle coscienze individuali.