venerdì 20 gennaio 2017
Da un anno e quattro mesi la riforma della Protezione civile è ferma al Senato dopo essere stata approvata dalla Camera il 23 settembre 2015
Protezione civile, riforma ferma da 16 mesi
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Da un anno e quattro mesi la riforma della Protezione civile è ferma al Senato dopo essere stata approvata dalla Camera il 23 settembre 2015. Bloccata in commissione Bilancio dopo una lunga discussione in quella Ambiente e Affari costituzionali. E ora c’è il rischio che sia modificata, rispetto al testo approvato dalla Camera, obbligando così a un nuovo voto a Montecitorio. Si tratta di una legge delega, che appunto delega il governo «ad adottare entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi di ricognizione, riordino, coordinamento, modifica e integrazione delle disposizioni legislative vigenti che disciplinano il Servizio nazionale di protezione civile e le relative funzioni, in base ai principi di sussidiarietà».

«Si tratta di un’iniziativa del Parlamento – spiega Chiara Braga, responsabile nazionale ambiente del Pd e prima firmataria del disegno di legge – presentata come legge delega perché la nostra ambizione era di fare in modo che si riformasse il sistema in un momento di 'pace', non all’indomani di qualche evento disastroso. Purtroppo i fatti ci hanno dato torto perché poi arriva sempre il momento dell’emergenza. Quindi ora è ancora più urgente».

Per questo, aggiunge, «stiamo insi- stendo molto perché la proposta sia calendarizzata ». Ma c’è un ulteriore intoppo. «Nel passaggio in commissione Bilancio – aggiunge la deputata del Pd – hanno inserito una clausola di invarianza finanziaria, ma è una legge delega che quindi non prevede nessuna maggior spesa. È comunque una questione superabile. Ora si sta provando a evitare un ritorno a Montecitorio. Però l’importante è che si sblocchi al Senato perché poi alla Camera abbiamo tempi e modalità più semplici per approvarla». Una riforma urgente che non stravolge l’attuale sistema ma lo potenzia, andando anche a risolvere alcuni problemi che al momento dell’emergenza vengono a galla, come sta accadendo in questi di mesi di emergenza sismica e ora anche nevosa.

Così, ad esempio, come fare le procedure per prendere i moduli abitativi, definendole una volta per tutte per non dover partire ogni volta daccapo. La legge delega intende far funzionare ancora meglio un sistema che comunque già sta rispondendo bene in situazioni eccezionali. Rafforza il tema della prevenzione, della programmazione, degli interventi, della definizione delle procedure immediatamente applicabili in caso di calamità naturali. Per fare in modo che non sia ogni volta una storia nuova ma si sappia come intervenire, al netto di una certa flessibilità dovuta al fatto che si sia in presenza di un terremoto o di un’alluvione. Ci sono poi le indicazioni per un sistema di procedure nazionali, dando più omogeneità alle risposte, costruendo un sistema più certo per la fase della ripresa delle normali condizioni di vita. Quindi non solo la gestione dell’emergenza ma avvio immediato delle prime fasi della ricostruzione. «La filiera della Protezione civile – spiega ancora Chiara Braga – ha bisogno di essere un po’ oliata in alcuni passaggi.

Non dobbiamo dimenticare che questo terremoto ha dimensioni e caratteristiche che non abbiamo mai avuto per estensione, per ripetersi delle scosse, per la somma con la neve, però dare alla Protezione civile, e non solo al Dipartimento, strumenti più stabili e certi nei quali muoversi, certamente aiuta. Per questo abbiamo costruito la riforma insieme ai soggetti del sistema di protezione civile, proprio per capire dove era necessario intervenire». Un motivo in più per accelerare l’approvazione.

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