venerdì 8 novembre 2019
Il ginecologo del Sant'Anna, esponente radicale, difende le sue parole che auspicavano la morte del neonato malato abbandonato dai genitori
Silvio Viale (Ansa)

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Non potevano certo passare inosservate le parole di Silvio Viale, ginecologo al Sant'Anna di Torino e noto esponente radicale, sul piccolo Giovannino, il neonato abbandonato dai genitori perché affetto da una grave malattia genetica, la ittiosi Arlecchino. Il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale ha proposto l'avvio di un procedimento disciplinare nei confronti di Silvio Viale per "non conformità del comportamento" al Regolamento disciplinare e al Codice etico.

La lettera di richiamo cita poi il mancato rispetto della direttiva aziendale per il rispetto della normativa di tutela della privacy.

Cosa aveva scritto Viale? In buona sostanza, il dottore ha scritto che sarebbe meglio che Giovannino morisse. Con buona pace per i tanti handicappati che lottano contro malattie durissime e per i loro familiari.

Ecco le parole del post su Facebok:

«Comprendo perfettamente la scelta dei genitori di non riconoscere il neonato. Una scelta doppiamente dolorosa, perché giunta improvvisa al termine atteso di una gravidanza desiderata. Chiunque di noi, potendo conoscere la diagnosi durante la gravidanza, abortirebbe. Chiunque di noi dovrebbe cercare di identificarsi con i genitori.

Per capire cosa sia la Ittiosi Arlecchino, la variante peggiore della Ittiosi Autosomica Congenita, bisogna avere il coraggio di guardare le foto reperibili su qualsiasi motore di ricerca. C’è da sperare davvero che non sopravviva, mentre è necessario garantire una assistenza adeguata per il periodo che dovesse sfuggire alla morte».

La replica: confermo parola per parola

Il militante radicale si difende dicendo che "in attesa degli sviluppi confermo parola per parola il senso complessivo dei miei post, in cui non vi è alcuna violazione della 'tutela della riservatezza' e vi è
un profondo 'rispetto delle persone coinvolte e delle situazioni di sofferenza'". Sarebbe interessante capire dov'è il rispetto per Giovannino, per altri genitori che hanno accolto figli malati o che non hanno scelto l'aborto per un figlio "imperfetto".

L'avvio del procedimento disciplinare, scrive ancora Viale su Facebook, "è una cosa pretestuosa ma seria". Viale aggiunge che ha ritenuto doveroso "correggere la fuga di notizie, che si trattasse di una fecondazione eterologa, circostanza falsa che veniva utilizzata per mettere ancora di più alla gogna i genitori".

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