Il carcere Montorio di Verona - Ansa
Illuminare le periferie, da una parte, ma anche riportare il pianeta carcere dalla periferia al centro del dibattito sociale. È il senso del Premio letterario Castelli, che Verona si prepara ad accogliere, venerdì 4 e sabato 5 ottobre, nella sua 17* edizione. L’evento, organizzato dalla Federazione nazionale italiana Società di San Vincenzo De Paoli Odv, Settore Carcere e devianza, è rivolto a tutti i detenuti degli istituti penitenziari italiani, compresi i minorili, e ruota intorno al tema “Perché? – Ti scrivo perché ho scoperto che c’è ancora un domani”, che invita a riflettere sul valore della speranza e sul riscatto possibile.
“Nel cuore di ogni persona si nasconde una storia, un intreccio di esperienze e sentimenti che, nella scrittura, trova il suo più profondo strumento di espressione”, afferma la presidente della Federazione nazionale, Paola Da Ros, introducendo il volume che raccoglie i racconti dei finalisti, che saranno premiati il 4 pomeriggio nella casa circondariale di Montorio (Verona).
La precedente edizione, celebrata nel carcere di Torino, è stata vinta - ad esempio - da una detenuta nel carcere di Palermo, condannata all’ergastolo per avere ucciso il figlio. Ha sempre negato responsabilità, ha chiesto la revisione del processo. Tanti drammi simili si ritrovano nei quasi 170 componimenti valutati dalla giuria presieduta da Maria Grazia Failla e di cui fa parte anche l'Ucsi. Papa Francesco, durante una recente visita al carcere di Verona, ha incontrato i volontari vincenziani e ha inviato una lettera di ringraziamento, il 4 giugno scorso, con la quale invita a "continuare con gioia e generosità questo prezioso servizio. Non stancatevi di essere testimoni di fede, speranza e carità”.
Il Premio, dedicato a un volontario vincenziano scomparso, Carlo Castelli, promotore della legge Gozzini, offre ai detenuti l’opportunità di raccontarsi, riflettere e sperare attraverso la scrittura, ma non solo: oltre ai premi in denaro per i primi tre classificati, una seconda somma è destinata a progetti di reinserimento sociale. Il primo premio finanzierà un’iniziativa in un carcere per adulti, il secondo in un istituto minorile e il terzo nel settore Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna).
“Il concorso, precisa Da Ros, diventa un mezzo per costruire un futuro condiviso, sottolineando l’importanza del sostegno reciproco, anche in contesti difficili come il carcere”. Anche per questo ha ottenuto il patrocinio di Camera, Senato e Ministero della Giustizia ed è insignito della medaglia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo la cerimonia in carcere, il 5 ottobre, alle 10, al Teatro Nuovo di San Michele, l’incontro “Dialogo in punta di cuore: nuove speranze dopo il reato”, per riflettere sul valore della giustizia riparativa e sui percorsi rieducativi. L’antologia con i testi verrà distribuita ai partecipanti dei due eventi e verrà allegata, per la prima volta, alla rivista della Federazione nazionale, “Le Conferenze di Ozanam”, che raggiunge oltre 13.600 tra soci e volontari in tutta Italia.