venerdì 5 agosto 2011
Agcom ha parificato i film vietati ai minori di 14 anni a quelli semplicemente nocivi consentendone la trasmissione a qualsiasi ora purché con l’utilizzo del parental control. Vanificate di fatto le disposizione di legge e del Codice di autoregolamentazione
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Allarme del Comitato media e minori: l’Italia sta smantellando il sistema di protezione dei minori da pornografia e violenza in tv. Due i passi pericolosi compiuti dall’Agcom. Il primo è il via libera ai film vietati ai minori di 14 anni anche in orario diurno per i canali con parental control, cioè su digitale terrestre. La seconda è la decisione di non applicare la legge che permette i film porno solo su canali a pagamento e di notte, con un codice di accesso sicuro. Codice tecnicamente impossibile sul 70% dei televisori. Ma l’Agcom ha deciso che si può fare lo stesso.Il Comitato media e minori denuncia pertanto un «allarmante e progressivo smantellamento del sistema di protezione del minori». Il presidente del Comitato, Franco Mugerli, ha già espresso la sua «viva proccupazione» in una lettera al ministro dello sviluppo economico Paolo Romani. Il doppio colpo basso alle tutele dei minori arriva con una delibera del 22 luglio dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sul sito dal 1° agosto. Le avvisaglie di un abbassamento delle difese erano già arrivate quando l’Agcom aveva archiviato le segnalazioni, presentate dal Comitato, per la trasmissione in orario diverso da quello tra le 22,30 e le 7 di film vietati ai 14 da parte di Sky. Non avendo mai sottoscritto - a differenza delle altre emittenti - il codice di autoregolamentazione, e trasmettendo non in chiaro, l’emittente di Murdoch non si sente vincolata dalla legge. Ora l’Agcom fa di più: «Con una forzata interpretazione» del "Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici", il decreto Romani 177 del 2005 – l’Agcom ha parificato i film vietati ai 14 ai programmi solo «nocivi», derubricandoli da quelli «gravemente nocivi». E i «nocivi» possono essere trasmessi sui canali ad accesso condizionato anche nelle fasce orarie per tutti, purché con l’uso del parental control, funzione - peraltro sconosciuta alla maggior parte dei teleutenti - prevista dal digitale terrestre. «Mediaset – spiega il presidente Mugerli – ha annunciato che coglierà questa opportunità». Sicuramente sui canali a pagamento come Mediaset Premium. Il timore del presidente del Comitato è che presto verranno coinvolti anche i canali in chiaro del digitale terrestre.L’altra colpo basso è l’ulteriore violazione alla direttiva europea che già vieta - a tutti i tipi di emittenti e in qualunque orario - la trasmissione di programmi porno e violenti. La legge italiana invece già lo permette: tra le 23 e le 7, nei canali a pagamento, accessibili solo con un pin sicuro, cioè comunicato in maniera riservata al contraente maggiorenne dell’abbonamento e personalizzabile. «Ma l’Agcom si è resa conto che è tecnicamente impossibile per il 70% dei televisori italiani, 40 milioni di apparecchi. Il codice, generico, viene fornito al momento dell’acquisto del decoder o del televisore con decoder integrato». In pratica l’Agcom si è arresa, chiudendo un occhio e scegliendo una soluzione al ribasso. Invece di chiedere al Parlamento di cambiare la legge per obbligare i produttori di tv ad adeguarsi, accetta lo status quo.
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